"Mi interessava raccontare la storia di una quasi 30enne, sospesa in una situazione in cui non capisce bene cosa vuol fare della sua vita e dei suoi rapporti amorosi".

Joachim Trier torna in concorso a Cannes sette anni dopo Segreti di famiglia (Louder than Bombs) e lo fa con un film abbastanza dissimile dai suoi precedenti, The Worst Person in the World, commedia drammatica divisa in 12 capitoli, un prologo e un epilogo, incentrata su Julie (Renate Reinsve), donna prossima ai 30 anni che mette continuamente in discussione le sue scelte di vita.

The Worst Person in the World - cr. Oslo Pictures
The Worst Person in the World - cr. Oslo Pictures
The Worst Person in the World - cr. Oslo Pictures
The Worst Person in the World - cr. Oslo Pictures

Scritto insieme ad Eskil Vogt (anche lui a Cannes, ma in Un Certain Regard, con il suo The Innocents), il film - molto applaudito sulla Croisette - è interpretato anche da Anders Danielsen Lie (attore spesso impiegato dal regista novergese) e Herbert Nordrum.

"Spesso capita che film di questo tipo vengano snobbati rispetto a quelli che trattano argomenti più 'seri', ma credo possa sempre esserci una traccia di elementi esistenziali all'interno delle storie d'amore. L'amore in fondo è la più grande scelta di vita che siamo chiamati a compiere, per questo rimaniamo affascinati di fronte ai film che lo raccontano", dice ancora Trier, che sulla lavorazione con gli attori spiega:

"Ovviamente Renate interpreta un personaggio, non è la sua vita quella che portiamo in scena. Lei però doveva in qualche modo appropriarsi di questa donna, farla sua, una donna che sente in continuazione di essere in difetto, un fallimento. Con gli attori devo condividere l'origine della storia in modo che possano appropriarsene e diventi un percorso di collaborazione personale".