“Ci stiamo avvicinando alla soglia di un mondo in cui l’esistenza umana verrà messa in discussione. Nessuno sa cosa succederà quando le macchine diventeranno più intelligenti. È possibile che il mondo occidentale di trovi di fronte a un grande ritorno della religione, avremo bisogno di risposte a nuove domande che ci travolgeranno”. Ad affermarlo è James Cameron che in un’intervista esclusiva di Simone Porrovecchio sul numero di novembre della “Rivista del Cinematografo”, disponibile in edicola e anche in edizione digitale per smartphone e tablet, racconta in anteprima alcune importanti novità sui prossimi quattro attesissimi Avatar e, in un momento in cui la discussione sul futuro dell’intelligenza artificiale e sul posto dell’uomo in un mondo dominato dai robot si è fatta particolarmente intensa, coglie l’occasione per dire la sua sull’intelligenza artificiale  e su come questa condizionerà in maniera ineluttabile la quotidianità e le abitudini della società del futuro.

Considerato tra i registi più potenti al mondo (5 miliardi di dollari all’attivo con i due più grandi successi di sempre, Titanic e Avatar), Cameron è non solo un pioniere - con Terminator ha influenzato la science-fiction degli ultimi trent’anni – ma da decenni contribuisce in prima persona all’implemento della tecnologia e all’uso degli effetti speciali al cinema. È lui il motore della digitalizzazione e il padre del cinema tridimensionale. “L’amore per il cinema non mi avrebbe portato qui se non fossi anche un esploratore” dice il regista per il quale le macchine sono già oggi in molti campi di gran lunga superiori all’uomo in termini di capacità: “In venti, trent’anni diventeranno anche più intelligenti. È fondamentale prepararsi al cambiamento” avverte. Il regista rivela poi particolari inediti sui quattro sequel di Avatar in uscita tra il 2020 e il 2025: “Abbiamo fatto grandi passi avanti a livello tecnologico, mostrerò qualcosa di mai visto prima”.

La capacità del cinema contemporaneo di porsi sempre più spesso come specchio della vita quotidiana è anche al centro dell’editoriale firmato da Davide Milani, direttore della Rivista del Cinematografo e Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, che sottolinea il ruolo importante che il cinema svolge portando sullo schermo temi, speranze e preoccupazioni che animano la società. “A rendere ancora più piacevole lo spettacolo che danno i film meritevoli di essere visti – scrive - è ascoltare il dialogo di chi, all’uscita dalle sale, si confronta su quanto appena visto, incrociando la propria esperienza del mondo con quella degli altri spettatori e del regista, crescendo nella propria esperienza dell’essere in relazione con l’altro e dell’esistenza”.

Con lo stesso spirito Fondazione Ente dello Spettacolo propone la XXI edizione di Tertio Millennio Film Fest, mettendo al centro temi urgenti e cruciali per la vita di tutti: migrazione, identità, relazione, memoria. “Siamo chiamati a prendere atto, prima di illuderci di poter decidere se ci piace o meno, che viviamo in società dove le provenienze culturali, etniche, sociali, sono in continua differenziazione. È per questo – anticipa Milani - che organizziamo il Festival, per ascoltare le differenze consapevoli che il dialogo può nascere solo laddove c’è reciproca narrazione e conoscenza della propria memoria e della personale identità. E il cinema in questo è uno strumento, un’arte, formidabile”.

Il Tertio Millennio Film Fest si terrà dal 12 al 16 dicembre 2017 presso la Sala del Cinema Trevi di Roma e il programma completo sarà presto annunciato su www.millennio.eu