"Il cinema italiano ha un passato che pesa troppo sui criteri di giudizio attuali". Questo il parere del critico francese Michel Simon, intervenuto oggi alla conferenza "Effetto Italia: Appunti di viaggio con il cinema italiano". L'appuntamento è stato organizzato nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia da Filmitalia, società del gruppo Cinecittà Holding, creata per promuovere il cinema italiano all'estero. Rappresentanti delle diverse realtà, dalla produzione alla commercializzazione, si sono incontrati per discutere della posizione italiana sui mercati internazionali. "I mercati europei hanno aspettative su specifici contenuti di "italianità", che spesso vengono deluse dai prodotti presentati". Per Vincenzo Bugno, delegato festival della Berlinale, la recente perdita di mercato europeo da parte delle produzioni italiane sarebbe legata ad un problema di "identità culturale contorta ed ambigua, per cui non si riesce ancora a capire che cosa ci si aspetta." Quello dell'identità non è stato però l'unico problema evidenziato. La produttrice Adriana Chiesa ha spiegato che "molte produzioni italiane non potrebbero essere portate a termine senza il contributo straniero. L'accesso ai fondi è da noi più complesso e meno redditizio rispetto a paesi come Francia e Germania." Anche secondo il produttore Sandro Silvestri "siamo poco autonomi sul mercato internazionale per mancanza di fondi". Beki Probst, direttore dell'European Film Market di Berlino, a questo proposito ha parlato della necessità un coordinamento nazionale degli interventi pubblici, possibilmente sotto la guida di Filmitalia. I registi Maurizio Sciarra e Marco Simon Puccioni, rappresentanti del mondo degli autori, hanno invece sottolineato la mancanza di una preparazione adeguata del pubblico internazionale. "All'estero vengono venduti i film italiani così come si vendono le scarpe di marca: c'è bisogno di informazione e di un'appropriata commercializzazione"ha detto Sciarra. "Inoltre- ha rimproverato Puccioni- l'assenza di strategie costanti e a lungo termine penalizza il lancio e la sopravvivenza in sala delle pellicole italiane, a vantaggio di quelle americane ed asiatiche".