"Gli eventi di questi giorni, pur nella loro drammaticità, ci hanno restituito un Paese che non si dispera, che sa ritrovarsi e che dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di essere campione di solidarietà". Lo ha detto Maurizio Lupi a margine della presentazione della Mostra “Famiglia all'italiana” (dal 31 maggio al 7 giugno nel Complesso di Vicolo Valdina a due passi da Montecitorio) che il Vicepresidente della Camera ha tenuto oggi a battesimo.
Ricordando che la politica, sull'esempio dei tanti italiani responsabili, deve fare la sua parte, Lupi ringrazia il governo Monti "per aver affrontato questa ulteriore emergenza con tempestività, come dimostra il decreto varato oggi". In seno alla grande catastrofe nazionale del terremoto - solo l'ultima delle tante, troppe, tragedie che hanno colpito di recente l'Italia - anche una piccola mostra fotografica (oltre duecento foto di scena che ripercorrono un secolo di storia del cinema italiano e "delle famiglie" che esso ha saputo rappresentare) può acquisire un significato tutto particolare: "La famiglia - afferma Lupi - resta il pilastro della società italiana: è il primo e più importante ambito nel quale il capitale umano si forma e, pure in un periodo di profonda crisi come questo, i dati confermano come essa sia ancora il principale ammortizzatore sociale. Perciò anche in tempi di diffuso individualismo, assistiamo a un grande recupero del valore del nucleo famigliare. Più è solida, più è sostenuta, più è viva la società. Il Parlamento deve essere onorato di ospitare iniziative di questo tipo".
Realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, la Mostra è una piccola appendice di un evento più grande, la VII Giornata Mondiale delle Famiglie indetta dal Papa che, da oggi fino al 3 giugno, sarà di scena a Milano: "E' un'occasione per riflettere su questa istituzione e sui cambiamenti che, coinvolgendo la società, hanno stravolto la sua fisionomia - sottolinea Mons. Dario E. Viganò, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo -. La Chiesa ha sempre avuto a cuore sia la famiglia che il cinema. Quest'ultimo non è solo mera evasione, ma racconto di una società, delle correnti emotive e ideologiche che l'attraversano. Si può dire che nel cinema, da quello neorelista a quello della grande commedia, si siano innervate le tensioni socio-culturali del Paese, perciò gli va riconosciuto un fondamentale valore testimoniale".
E rivolgendosi direttamente a Lupi aggiunge: "La vicinanza del Parlamento è doppiamente significativa: da un lato riconosce, al fianco della Chiesa, la centralità che ancora la famiglia riveste nel tessuto sociale italiano. Dall'altra dimostra un'attenzione al cinema che non può venir meno. Non solo perché esso, con i suoi capolavori, ha esportato l'immagine dell'Italia all'estero, ma perché è parte di quella cultura, di quell'arte e di quella creatività che costituiscono il core-business del paese. L'unico al mondo a potersi permettere di avere un Colosseo e di usarlo come una rotonda".