Tra i tanti maestri che quest'anno son passati, passano e passeranno dal Lido non si può non citare Amos Gitai. Il regista israeliano, autore di film come Kadosh, Kippur e Free Zone, regala alla Mostra, fuori concorso, un dittico suggettivo: Carmel (2009) e Lullaby To My Father (2012), sorta di doppio viaggio nella memoria che Gitai ha voluto intraprendere: memoria insieme personale e collettiva che nel caso di Carmel, ripercorre la storia del popolo ebraico intrecciandola con quella della madre e in quello di Lullaby To My Father, rievoca la figura del padre, Munio Gitai, come lui architetto, avvitandola con quella della persecuzione antisemita nella Germania nazista. Due progetti che si avvalgono entrambi del contributo di Jeanne Moreau, voce narrante dei due film: "Si può considerare come un progetto unico, una storia di famiglia - ha detto Amos Gitai -. E questa storia di famiglia si inserisce a sua volta in un contesto più grande, la storia del mio paese: Israele".