“Un artista copia, un genio ruba. Lo diceva Picasso e credo sia l’ambizione che dovrebbe avere ogni attore. Va bene qualsiasi cosa per rendere credibile un personaggio: nel mio caso l’approccio iniziale è con la lettura della sceneggiatura, poi cerco di attenermi alle teorie dei vari Mamet o Stanislavskij, cercando anche di catturare tutto quello che è utile dalla realtà che ti circonda e infine è necessario immergersi nell’atmosfera del set, creare la giusta affinità con tutti gli altri attori con cui ti ritroverai a condividere quell’avventura”.

Parigino, classe 1996, Benjamin Voisin è il protagonista di Illusioni perdute, film diretto da Xavier Giannoli basato sull’opera di Honoré de Balzac, già in concorso all’ultima Mostra di Venezia, nelle sale con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection dal 30 dicembre e in anteprima dal 23 dicembre a Roma, Milano, Torino, Bologna.

Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.

“La lungimiranza umanista di Balzac è stata quella di comprendere e restituire attraverso questo romanzo la sua epoca con una lucidità unica, nell’inquadrare la forza del denaro come motrice dei successivi duecento anni”, dice ancora Voisin, catapultato nella prima metà dell’800 in questo romanzo di formazione e affresco socio-culturale che, naturalmente, inquadra un momento storico preciso, quello della Francia della Restaurazione, per parlare però in modo abbastanza diretto dei giorni nostri, soprattutto per quello che riguarda il giornalismo e le fake news.

Il regista Xavier Giannoli

“Balzac ci offre un’immagine speculare della società, Giannoli parla di quel mondo ma si riferisce al nostro”, prosegue l’attore, che indica come semplice casualità il fatto che il padre del regista fosse un importante giornalista: “La logica del profitto investe tutti i mestieri”.

Interpretato, tra gli altri, da Cécile de France (la mecenate innamorata Louise), Gérard Depardieu (l’editore corrotto), Vincent Lacoste (l’amico-mentore), Salomé Dewaels (Coralie, attrice e poi compagna), il film vede anche la decisiva presenza di Xavier Dolan (Nathan, il nemico amatissimo), anche voce narrante dell’intero racconto: “Era abbastanza inquieto per questa interpretazione, la prima in un film non suo, ma ha avuto una fantastica umiltà da attore, cercando di fare la sua parte, recitando il suo ruolo rendendosi disponibile. Nelle pause di lavorazione poi mi leggeva alcuni passaggi della sceneggiatura del suo prossimo lavoro, una serie che andrà su una piattaforma di cui non posso dire altro, purtroppo con un cast composto da tutti attori del Québec quindi non ho potuto trarre vantaggio dalla situazione”, racconta scherzando Voisin.