“Prima c'era il rischio del remake, ma la fortuna del film ha testimoniato il buon lavoro dell'adattamento. Questo non è il classico sequel, né Totò, Peppino e la malafemmina: l'originalità è nel film stesso”. Così il regista Luca Miniero presenta Benvenuti al Nord, sequel del campione d'incassi Benvenuti al Sud (oltre 32 milioni di euro nel 2010), che arriverà in sala a gennaio 2012 con lo stesso cast più la new entry Paolo Rossi. Sul set a Lodi, dove si gira all'auditorium di Renzo Piano, Miniero ritrova Bisio e Siani, che “si incontrano mossi dalle rispettive mogli: un nuovo conflitto, perché il napoletano s'allarga in casa. Ma riusciranno a scambiarsi i ruoli: il Mattia di Siani correggerà la propria nullafacenza, mentre l'Alberto di Bisio imparerà a divertirsi”.
Ma qual è la parola guida? “Benvenuti al Sud inquadrava il superamento dei pregiudizi, qui si punta sulla collaborazione tra nord e sud: insieme si vince. Nord e sud collaborano, Mattia e Alberto ritrovano le proprie donne: c'è una dimensione unitaria”. Come? Silvia (Angela Finocchiaro) detesta Milano: polveri sottili, ozono troposferico e il marito Alberto (Claudio Bisio) interamente assorbito dal lavoro, anzi, dal famigerato progetto e.r.p.e.s. (acronimo: efficienza, rapidità, puntualità, energia, sorriso) delle Poste. Mutatis mutandis, lo scansafatiche Mattia (Alessandro Siani) e la moglie Maria (Valentina Lodovini) vivono a casa della madre con il figlioletto Edison. Due coppie in crisi, due mariti alla deriva, destinati a incontrarsi a Milano, dove Mattia arriva con un giubbotto fendinebbia, travolgendo anche la vita di Alberto.
Budget di circa 6 milioni di euro, produce – e distribuirà – Medusa con Cattleya, Benvenuti al Nord è “una commedia, non c'è definizione migliore: abbiamo già dato – dice Bisio - il nostro contributo alla rivincita del genere, qui facciamo un passettino oltre. Nasce italiano, è tutto italiano: sarà colpa o merito nostro al 100%”. C'è spazio anche per la politica, anzi, i politici: cast & crew hanno incontrato il governatore Formigoni al Pirellone, Pisapia al Duomo, mentre Siani vorrebbe De Magistris a Castellabate, dove la prima settimana di settembre termineranno le riprese. Nel frattempo, ha già incontrato la Lega: “Porto una lettera raccomandata nella sede della Lega, dove all'ingresso c'è scritto “foera di bal”, e trovo il cane Giussano, un mastino napoletano che chiamo traditore perché abbaia lombardo”. New entry, Paolo Rossi ironizza: “Faccio un personaggio molto vicino al mio modo di pensare: un consulente esterno, un tagliatore di teste assoldato per rendere più efficienti le poste, ma fallirà”. “Si sente un po' Brunetta?”, gli chiedono maliziosamente: “No, e nemmeno Marchionne”. Interviene Bisio: “E' Marchionne con il fisico di Brunetta”, ma Rossi non ci sta: “Sono molto più alto, Brunetta è una roba brutta. E Marchionne non l'ho mai visto, e non ne ho il desiderio”. Ultima parola a Siani, napoletano in trasferta al Nord: “C'è una Milano diversa da quel che uno può pensare: la cucina tipica milanese è giapponese, altro che ossobuco o cotoletta, mentre i centri benessere sono cinesi. E poi, terun, vunciun, testun, ciò che finisce in “un” non è buono per noi, e non ci sono le salumerie: che dire di Peck? Una bresaola è per sempre. Ma abbiamo riscontrato una grande affabilità da parte del pubblico, un amore quasi sudamericano: semmai, è stato difficile trovare chi parlasse il dialetto milanese”.