"Mi sono ammalata di anoressia perché sono stata vittima di bullismo. Siamo state bersagliate per una nostra scelta alimentare" rivela Lea Borniotto, che con la sorella Vera ha diretto e interpretato il corto Innermind, presentato oggi allo Spazio FEdS in un incontro moderato da Valerio Sammarco (caporedattore della Rivista del Cinematografo).

"Per noi è una grande emozione essere a Venezia - continua Lea - che abbiamo sempre seguito da spettatrici. Nei momenti più duri, il cinema mi ha salvato la vita".

Ambientato nel futuro sia per sottolineare quanto la questione dell'anoressia - con tutte le sue conseguenze - sia svincolata dalle contingenze del presente sia per evitare di abbracciare il realismo nel raccontare la vicenda, Innermind sceglie di sperimentare linguaggi inconsueti.

Al centro, una ragazza che ha una visione distorta del suo corpo e pur di raggiungere lo stato di perfezione a cui anela decide di lasciarsi morire di inedia. La sua sorella gemella è pronta a tutto pur di salvarla: e per riuscirci dovrà intraprendere un viaggio nella mente della ragazza.

"Le prime esperienze sul set sono state nella realizzazione di videoclip - spiega Lea - e in una di queste occasioni ho conosciuto Edoardo Nervi, sceneggiatore e direttore della fotografia di Innermind. Col tempo abbiamo raffinato la tecnica: studiare cinema è stato vitale per me".

Le fa eco Vera: "Ho vissuto la sofferenza di mia sorella in prima persona. Speriamo che il nostro film sia visto da più ragazzi possibili perché il messaggio è troppo importante".

"Puntiamo a farlo vedere nelle scuole" dice Edoardo Nervi. "Non abbiamo voluto adottare uno stile realista ma qualcosa di più sperimentale. Certamente le caratteristiche del videoclip tornano anche qui. Ora ci prepariamo al prossimo lavoro, un horror gotico ispirato a La casa dalle finestre che ridono".

Ispirazioni e suggestioni? "Ci ispiriamo a Terry Gilliam. The Zero Theorem è il primo film che abbiamo visto, ancora piccole, alla Mostra di Venezia" rivela Lea.