Prosegue la polemica per il sovraffollamento di uscite che attende i cinema italiani nei prossimi mesi: da ottobre fino alla fine dell'anno nel nostro paese escono 90 film, con una media di uno al giorno. Dopo aver sentito il parere degli operatori del settore e dei registi, il Giornale dello Spettacolo dà ora la parola a critici e giornalisti. Per Silvio Danese de Il Giorno "non dovrebbero esserci dieci film italiani contemporaneamente e poi nessun titolo da fine aprile a settembre. Nel più ampio numero di titoli, però, vedo anche una maggiore offerta e una più ampia libertà di scelta per lo spettatore". "Bisognerebbe arrivare ad una pianificazione più ragionevole delle uscite spalmata in diversi periodi dell'anno, evitando concentrazioni pericolose e pensando che un festival come quello di Venezia non è determinante per il successo di un film - dice Steve Della Casa, conduttore del programma di Radio Tre, Hollywood Party -. Responsabile di questo affollamento autunnale - continua - è soprattutto la sfiducia nei confronti del prodotto che porta ad una scarsa capacità di pianificazione". Le cause - secondo Maria Pia Fusco di La Repubblica - vanno ricercate prima di tutto nel "fallimento dell'estate che, nonostante la buona volontà delle major, non parte come mercato complessivo". La giornalista punta l'indice anche contro la Mostra di Venezia ''il cui miraggio blocca per mesi le uscite dei film italiani, tutti desiderosi di essere presenti al Lido. L'arrivo in sala contemporaneamente di tanti titoli fa sì che il mercato si gonfi a dismisura". "Stanno venendo al pettine i nodi veri di un mercato che non è in grado di assorbire più di una ventina di titoli italiani all'anno, e non settanta - dice Michele Anselmi de Il Giornale -. Gli autori pensano che nella quantità sia più facile fare emergere la qualità e, al tempo stesso, considerano la nuova legge come liberticida. Non possiamo più permetterci i lussi del passato con gli articoli 8 e i fondi di garanzia che, spesso, danno vita a titoli interessanti che, purtroppo, nessuno riesce a vedere". Di parere contrario è Fabio Ferzetti de Il Messaggero: "E' assurdo pensare di mettere uno stop alla produzione come sta avvenendo con la nuova legge. Il problema è che intorno a questi film non si riesce a creare quel 'rumore' di informazione sufficiente a portare il pubblico nelle sale". Più positivo il commento di Laura Delli Colli di Panorama "è necessario capire se si tratta di un ingorgo di titoli nelle sale oppure di un segnale di vitalità. Tanti film, tutti insieme, portano alla ribalta attori come Stefano Accorsi, Giorgio Pasotti, Kim Rossi Stuart, Maya Sansa e danno vita ad uno star system nuovo che non passa necessariamente attraverso la televisione".