“Dopo aver scritto una decina di film di Natale con un ruolo di centrocampista piuttosto che di centravanti, quest'anno ho deciso di passare all'attacco e di realizzare anch'io la mia pellicola natalizia. E sarà talmente legata alla ricorrenza da chiamarsi Indovina chi viene a Natale”.
A parlare è Fausto Brizzi, ospite della manifestazione “Maremma Wine Food Shire” promossa dalla Camera di Commercio, dal Comune e dalla Provincia di Grosseto, che stasera gli consegnerà il primo Premio Monicelli istituito dalla Fondazione Grosseto Cultura e curato da Mario Sesti e Jacopo Mosca. Un riconoscimento che gli calza a pennello visti l'amore e la stima verso il regista di Speriamo che sia femmina, confessati con insolito pudore. Brizzi infatti gioca in difesa e preferisce sfoderare tutta la modestia possibile nel raccontare come Monicelli sia presente anche nel film che sta per girare: “Come prescindere da Parenti serpenti – spiega -, un capolavoro di cattiveria, ironia, capacità di analisi della famiglia alle prese con la festività per eccellenza. E la famiglia e il Natale sono al centro anche del mio film, che cercherà di fotografare le relazioni completamente nuove impensabili prima del naturale allargamento sentimentale derivante da doppi matrimoni e triple convivenze. Mi è venuta insomma voglia di capire come è cambiata la tradizione con l'avvento delle famiglie allargate. Prima ai pranzi e alle cene sapevi chi incontravi, gli zii erano quelli e i cugini pure. Oggi non sai chi porta chi e potresti essere sorpreso persino da tua madre. Magari ti ritrovi a fare regali ai figli del suo convivente senza nemmeno averli mai conosciuti”.
Un vero e proprio contropiede a Neri Parenti, per continuare con la metafora calcistica, re indiscusso dei cinepanettoni. Ma Brizzi non ne sembra affatto turbato: “La prima persona alla quale ho raccontato il mio progetto è stato proprio Neri. C'è una grande amicizia tra di noi e non potrebbe essere che così visto che ho sceneggiato una decina dei suoi campioni di incasso. E del resto anche lui ha parlato a me del suo progetto, non potevamo certo rischiare di scrivere la stessa storia. Entrambi non vogliamo essere percepiti come rivali, non ci sentiamo tali. C'è competizione, certo, ma sana. Inutile negarlo, vorrei che il mio film incassasse un euro in più del suo, ma solo uno. Giusto per la soddisfazione”.
Nel cast al momento di sicure solo Cristiana Capotondi e Sabrina Ferilli, entrambe a Grosseto ad accompagnare Brizzi e partecipare assieme stasera a un incontro con il pubblico. Per Capotondi è il terzo film con il regista. Un cammino di successi in comune che hanno consolidato un'amicizia giocata sul terreno dello sfottò. “Questa storia della sana competitività non mi convince affatto – controbatte infatti l'attrice. Per me si tratta di un vero e proprio parricidio. Sono contenta di rendermene in parte colpevole. Fausto ha deciso per me il ruolo della parente sfortunata, chissà perché. Meglio non indagare. Sono contenta di tornare a lavorare con lui e di avere accanto Sabrina Ferilli, tra romaniste sfegatate ci troveremo benissimo.” E qui il Brizzi battutista feroce restituisce amichevolmente la stilettata appena ricevuta: “La vera romanista è lei che si è spogliata al Circo Massimo, tu che hai fatto per la Roma?”
Indovina chi viene a Natale non si annuncia però come il solito cinepanettone. Le vicende incrociate dei vari componenti della famiglia si annunciano condite dal consueto romanticismo che contraddistingue le commedie firmate Brizzi. Che conferma: “Comico e romantico sono le mie cifre d'autore. Il film potrebbe anche chiamarsi Ex a Natale. Sono cresciuto alla scuola di Parenti, poi ho trovato la mia strada ma non rinnego nulla del passato, anzi. Da lui ho imparato una cosa fondamentale, il piacere di lavorare in squadra. Una lezione imprescindibile che Neri a sua volta aveva appreso da Benvenuti e De Bernardi, non a caso due degli autori abituali di Monicelli. Mi dispiace che non molti critici si siano accorti di come dopo tanti anni ci sia di nuovo una generazione di sceneggiatori che si muovono insieme felici di collaborare. Parlo, oltre che di me, di Giulio Manfredonia, Paolo Genovese, Luca Miniero, Massimiliano Bruno. Persone che quotidianamente lavorano ore e ore divertendosi in cerca della scena giusta, del dialogo sorprendente, della soluzione comica adeguata”.