Un bambino e il suo sindaco, in un borgo della costa calabrese ormai spopolato, dove anche la scuola deve chiudere perché non ci sono altri bambini. L'arrivo di un gruppo di immigrati crea inizialmente scompiglio e apre prevedibili discussioni sull'accoglienza. Saranno proprio il bambino e il sindaco a dare alla vicenda una svolta decisiva e positiva.
Alla Casa del Cinema di Roma è stato presentato Il volo, il nuovo film cortometraggio del regista tedesco Wim Wenders. Con il patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e co-prodotto dalla Regione Calabria e dalla Fondazione Calabria Film Commission, è un lavoro concepito all'inizio come fiction che poi, durante la lavorazione, ha preso lentamente la piega del documentario nel quale quelle che erano semplici comparse sono diventati i veri protagonisti. Man mano che il regista è venuto a conoscenza delle reali storie di accoglienza verso i rifugiati che hanno caratterizzato la storia recente di alcuni paesi della Calabria, il soggetto iniziale è stato trasformato in una sorta di meta-film, alternando le parti “recitate” da interpreti di lusso come Ben Gazzara e Luca Zingaretti alla voce data ai veri immigrati integratisi perfettamente nel tessuto sociale, grazie a politiche lungimiranti delle varie amministrazioni e al forte senso di solidarietà ed accoglienza dei pochi abitanti che ancora vivevano nei piccoli centri. Ambientato in alcuni dei luoghi più suggestivi della Regione come Scilla, Badolato e Riace (a soli 60 chilometri da Rosarno….), Il volo è il primo film documentario in Italia girato in 3D, tecnica di solito associata ad opere di ben altra natura, fantasy od horror, creando un singolare connubio tra la poetica sociale e politica del tema e la tecnologia d'avanguardia utilizzata.
Il rappresentatnte Unhcr per il Sud Europa, Laurens Jolles, ha dichiarato che “il patrocinio è stato dato per la bellezza di un film che pone al centro la questione dei rifugiati soffermandosi, per una volta, sui risultati positivi conseguiti. Spesso nelle battute di certi politici o nei discorsi per strada si sente ostilità, ma importanti e rassicuranti sono alcune realtà italiane dell'accoglienza, per il sostegno offerto all'integrazione nella società civile”.
Il Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha affermato che “ Wenders ha avuto il grande merito di trattare la storia di questo gruppo di palestinesi iracheni che per circa due anni hanno vissuto nella terra di nessuno tra Iraq e Siria e che poi, nel campo di Al Tanf di seguito chiuso grazie a vari accordi di accoglienza tra cui quello con la Regione Calabria, l'unica in Italia ad avere una legge specifica sul tema; gruppo che, ultimo a partire, è giunto proprio sulla costa jonica calabrese, integrandosi armonicamente grazie al sostegno istituzionale regionale e al lavoro alacre degli amministratori locali, rimettendo in piedi attività ormai cadute in disuso e ridando vita a luoghi condannati allo spopolamento”.
Alla domanda se conoscesse già la realtà calabrese e di Riace prima di girare il film, Wenders ha risposto che “conoscevo la storia degli sbarchi dagli anni '90 e conseguentemente sono venuto in contatto con la realtà di Badolato e dei curdi che dieci anni fa hanno ridato vita al paese. Poi, quando ho letto la sceneggiatura di Eugenio Melloni, ho deciso di approfondire l'intera questione, arrivando alla nuova dimensione di Riace”.
E ancora, su quale sia il suo rapporto più generale con l'Italia, il regista ha affermato che “vedo me stesso immerso nella tradizione del tedesco con la forte nostalgia per il Sud; chi legge i diari di Goethe può pensare che siano stati scritti ieri, sono cambiati solo i mezzi di trasporto. Cosa è attraente dell'Italia è evidente, di un'evidenza che chi viene qui trova nel colore degli occhi e degli sguardi. Loiero accennava alla lunga tradizione di ospitalità del meridione italiano: questo è ciò che ho trovato”.