Compleanno a ritmo di jazz e ricordi per Mario Monicelli. Novanta anni di successi, di impegno, di amori, vissuti tra l'affetto dei familiari e quello dei colleghi con cui ha condiviso una carriera straordinaria. In settanta anni trascorsi dietro la macchina da presa, ha firmato più di 50 film collaborando con i più grandi registi italiani, a partire da Stefano Vanzina, con cui ha cominciato a lavorare dopo la seconda guerra mondiale. Per festeggiarlo nella giornata conclusiva del festival Europa Cinema a Viareggio, sua città adottiva (ha ricevuto 10 anni fa la cittadinanza onoraria viareggina), sono giunti decine di artisti da ogni parte d'Italia e d'Europa. Ettore Scola, Liv Ullmann, Nicola Piovani, Anna Falchi, Giuliano Gemma, Carla Gravina, Giuliano Montaldo, Stefania Sandrelli, Monica Scattini, Masolino D'Amico, Piero De Bernardi e tanti altri registi e attori che hanno lavorato con lui hanno dato vita ad una divertente chiacchierata tra vecchi amici in cui hanno evidenziato pregi e difetti del celebre 90enne. "Grazie di cuore - ha detto Monicelli - a voi compagni di una vita che mi siete stati vicini in tutti questi anni. Con alcuni ci conosciamo da 60 anni. E' anche grazie a voi che sono arrivato a questo punto. Spero di poter festeggiare un giorno i vostri 90 anni". Ironico, brillante, provocatorio, preciso nel lavoro e a volte un po' rigido. Così gli attori che sono stati diretti da Monicelli hanno descritto il suo temperamento dentro e fuori dal set. "Mario ama spiazzare - ha scherzato Scola - Fa il cinico. Ma l'unico modo per spiazzare lui è fargli una serenata a dispetto, cioè lodarlo evidenziando i suoi difetti. A partire dal fatto che è bugiardo…continua a dire di esser di Viareggio, quando invece è nato a Roma". Tra le attrici giunte ad omaggiare Monicelli c'era anche Lucrezia Lante della Rovere che ha debuttato sul grande schermo a 19 anni proprio nel suo film Speriamo che sia femmina: "Dicono che Mario sia cattivo - ha detto l'attrice - ma in realtà è solo un gran provocatore. Una volta sul set mi indispettì a tal punto che fui costretta a mandarlo a quel paese". E c'è anche chi ha evidenziato la caparbietà del maestro. Come quella volta - racconta Maselli - che volle inserire nella sceneggiatura di Risate di gioia una battuta un po' scurrile pronunciata fuori copione della Magnani. "Contrariato dalla produzione, portò avanti una dura battaglia e fece di tutto per poter inserire quella parolaccia". Una determinazione confermata dallo stesso maestro della commedia all'italiana: "Voglio avere il controllo totale nei film. Io sono il regista e quindi decido io cosa è meglio". In serata poi, cena e torta per tutti con tanto di candeline, al ritmo jazz della band di Lino Patruno. E dopo la festa (in realtà anticipata di qualche giorno, il compleanno sarà il 15 maggio), si torna a lavorare. "Vado a Roma per mettere a punto un progetto che ho in mente da tempo. Mi piacerebbe realizzare un film, di cui ho pronta la sceneggiatura, tratto da Il deserto della Libia di Mario Tobino. Manca solo il via ufficiale, sono già stato in Marocco e in Tunisia per dei sopralluoghi".