"Dopo aver visto per l'ennesima volta Luci della ribalta mi è tornata in mente l'incredibile vicenda del rapimento della salma di Charlie Chaplin. Su Internet cercai alcune cose, poi pensai che sembrava un film. E visto che per me Chaplin ha sempre rappresentato il cinema con la C maiuscola, il più grande di tutti, ho voluto in qualche modo immaginarlo come un genio che tornava in superficie e risolveva la vita di due poveracci". E' questo lo spirito con cui Xavier Beauvois ha realizzato La rançon de la gloire (Il prezzo della gloria), oggi in Concorso a Venezia71, racconto in chiave di commedia della vera vicenda avvenuta nel 1977, a Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, dove Chaplin aveva vissuto gli ultimi 20 anni della sua vita e venne sepolto all'indomani della sua morte, avvenuta la notte di Natale.

Il film, naturalmente, si concentra sull'esistenza dei due malfattori, interpretati da Benoit Poelvoorde e Roschdy Zem, rispettivamente il belga Eddy e l'algerino Osman (anche se in realtà i due erano di nazionalità polacca e bulgara), due antieroi, criminali per caso che decidono di rapire la salma del celebre Charlot per chiedere poi un riscatto ai suoi familiari. "Sono così incapaci che alla fine non puoi non amarli", prosegue Beauvois, lontano dai temi e dalle cifre drammatiche del precedente Uomini di Dio: "Questo si allontana dal film precedente, è vero, qui non entro troppo nella realtà delle cose. Tutte le cose sono state già scritte, o portate sullo schermo, l'amore, le guerre, la malattia: quello che conta è il modo in cui si racconta ogni storia", spiega il regista francese, che poi insiste su Chaplin: "L'allegria e la tristezza convivono in Chaplin, questa era la sua grandezza. Il bello dei suoi film è che si passa dal riso alle lacrime in un attimo. Come nella vita. E lo spirito era lo stesso che volevo alimentasse questo film".

Che viaggia sulle note del grande Michel Legrand, in un viaggio musicale che rievoca anche la celeberrima colonna sonora di Luci della ribalta: "Beauvois ha la sensibilità del creatore", dice il compositore, che si complimenta con l'organizzazione del Festival per aver affidato ad un suo collega, Alexandre Desplat, la presidenza della Giuria Internazionale: "Ci sono sempre grandi momenti nella storia del cinema e credo che il fatto che un compositore guidi una giuria di un Festival importante come questo sia uno di quelli". "Aspettiamo prima di sapere quali sono i premi", gli fa eco scherzando Beauvois. Chissà che Chaplin da lissù non riesca a smuovere qualcosa...