Presentato oggi al Lido - Hotel Excelsior, spazio Fondazione Ente dello Spettacolo - il volume Il lungo respiro di Brunello Rondi, curato da Stefania Parigi e Alberto Pezzotta (Edizioni Sabinae) e realizzato con il contributo del Centro Sperimentale ("Sempre attento a questo tipo di pubblicazioni editoriali", come ha ricordato il direttore Marcello Foti) e della Fondazione Federico Fellini.
"Un libro particolarmente riuscito - lo ha definito Vittorio Boarini - perché rappresenta tutte le sfaccettature intellettuali ed artistiche di Brunello Rondi"; anche se, ha aggiunto l'ex direttore della Fondazione Fellini "poco generoso sui rapporti che intercorsero tra Rondi e il regista de La dolce vita, che avrebbero meritato uno spazio adeguato".
La coautrice del testo, Stefania Parigi, si è difesa spiegando come sia "difficile lavorare sulla figura di uno sceneggiatore; in fondo, nel cinema l'autore resta sempre il regista, colui che dirige l'orchestra. E' più facile giudicare i libri di Rondi che le sue sceneggiature. Pur essendo stato uno dei pochi sceneggiatori di respiro europeo, avendo egli acquisito negli anni un bagaglio teorico che comprendeva la lezione dell'esistenzialismo e della fenomenologia, della musicologia e della poesia. Punta avanzata della cultura cattolica, Rondi ha introdotto negli anni '50, la questione estetica in una critica fino ad allora prettamente contenutistica".
Dopo l'esordio con Pier Paolo Pasolini in Una vita violenta, la carriera di Rondi è stata puntellata da una particolare attenzione verso personaggi femminili difficili e nevrotici, e dalle contaminazioni all'epoca ardite tra cultura "alta" e "bassa".
A ricordare il Rondi uomo ci ha pensato invece il figlio Umberto che ha raccontato come l'ultimo premio ricevuto dal padre prima di morire sia stato proprio per mano della Fondazione Ente dello Spettacolo. Assente invece il fratello di Brunello, il critico Gian Luigi Rondi, che quest'anno ha disertato la Mostra per motivi di salute.