"È impossibile vivere in una società come la nostra che ci pone di fronte a modelli irraggiungibili". Così il regista spagnolo Álex de la Iglesia presenta il suo ultimo film Crimen perfecto, che esce nel nostro paese in 150 copie l'8 aprile dopo aver incassato in patria 10 milioni di euro. "Dovremmo rifiutare - prosegue il regista - lo status quo imperante: non dovremmo puntare alla perfezione, ma all'imperfezione che rende l'uomo tale." I meccanismi con cui la società ci condiziona sono esplorati da una commedia che si snoda tra grottesco e pochade per riscoprirsi horror alla luce dei neon del centro commerciale in cui è ambientata. Qui troviamo l'affascinante Rafael (Guillermo Toledo) e la brutta e insignificante Lourdes (Mónica Cervera), impiegata nel Reparto Donna diretto dall'uomo. Rafael uccide accidentalmente un collega rivale: l'unica testimone è Lourdes, che lo costringe a diventare prima il suo amante e poi il marito. Per liberarsi dell'ingombrante consorte, Rafel deve progettare un Crimen perfecto. Nel settimo lungometraggio di Álex de la Iglesia si contrappongono due visioni, quella femminile di Lourdes, che vive il presente, e quella maschile di Rafael, spinto dall'ambizione a inseguire grandi successi. "L'uomo - sottolinea l'autore de La comunidad - deve cercare la donna bella: quella brutta è un demone da rifuggire. È la nostra educazione brutalmente sessista che ci conduce in questa direzione: naturalmente, io rifiuto questo stupido maschilismo". "Crimen perfecto - continua il regista – è un film d'attori: le prove di Toledo e della Cervera hanno decretato il suo successo." "Pur essendo diversa da Lourdes - afferma la Cervera - non ho trovato particolari difficoltà a interpretare il personaggio: la qualità della sceneggiatura e i consigli di Álex mi hanno facilitato non poco". Più difficile l'approccio di Toledo: "Ho avuto molti dubbi nell'accettare la parte: il personaggio di Rafael è molto complesso poiché passa attraverso molteplici stati emotivi. Non è stato semplice caratterizzarlo." Tra i suoi numi tutelari, de la Iglesia cita Buñuel, Azcona e soprattutto il Marco Ferreri del periodo spagnolo: "Per me è il più grande regista di sempre: getterei al macero tutta la mia filmografia per poter girare El cochecito". Ma il regista spagnolo tiene a precisare che in Crimen perfecto questi autori non compaiono attraverso esplicite citazioni o rimandi: "La storia deriva dalle mie esperienze biografiche e cinematografiche: non ero interessato a riletture parodistiche o citazionistiche. Se comunque devo indicare il riferimento più diretto, si tratta de La maschera della morte rossa di Roger Corman, dove al posto del castello qui abbiamo un centro commerciale." De la Iglesia attualmente sta scrivendo la sceneggiatura di "una commedia chimicamente pura, ovvero 90' di divertimento in stile slapstick".