Sogna di rivoluzionare la famiglia, detesta il perbenismo e si sente adottata da Ettore Scola. E' la Sabrina Impacciatore che incontriamo alla seconda edizione del Tellaro FilmFestival. Un'attrice al bivio, che parla a ruota libera di sé, dei suoi sogni e delle sue paure. Gira con l'Ecclesiaste nella borsetta, e all'arrivo è tanto emozionata da perdere la fermata del treno.

In che momento sei della tua carriera?
In una fase delicata e importante allo stesso tempo. Ho appena fatto il mio primo film da protagonista, ...E se domani, e sono in attesa dell'uscita di quello di Paolo Virzì. Adesso infatti non so che fare.

Qual è il tuo ruolo in N - Ucciderò il tiranno?
Interpreto Diamantina, una donna più vicina alla follia che alla normalità. Un personaggio che mi ha messo a dura prova, perché mi ha imposto una mortificazione fisica, ma allo stesso tempo mi ha costretto ad esprimermi in altra maniera.

Sei reduce da un lunghissimo tour di ...E se domani
Mi ha portato in luoghi che mai avrei pensato di esplorare, dal Belgio alla Cina.

Il posto che ti ha sorpreso di più?
Singapore: un posto estremo, che ha riservato al film un'accoglienza strepitosa. Mille cinesi nella sala più grande che abbia mai visto, che ridevano nei momenti in cui gli italiani piangevano e viceversa. Un interessantissimo confronto culturale: hanno colto cose che da noi sono passate assolutamente inosservate.

La cosa che ti piace di più del tuo lavoro?
La possibilità di allontanarmi da me stessa.

Quella che ti piace di meno?
La sofferenza nel trovare ruoli interessanti ed esplorare la figura femminile a tutto tondo. E poi la fatica nel dover lottare così tanto contro alcune dinamiche.

Ti è mai stata fatta un'avance per andare avanti?
Assolutamente no. Infatti inizio a preoccuparmi.

Quando ti sei sentita attrice per la prima volta?
Due anni fa, improvvisamente. Ero su una spiaggia e per la prima volta ho capito che da quel momento sarei stata indipendente dagli altri. Fino ad allora avevo sempre rifiutato l'idea di essere attrice. Sono spietata con me stessa e non mi ritenevo assolutamente in grado.

Se non fossi diventata attrice, oggi cosa saresti?
L'unica risposta che ho trovato è che se oggi sono attrice è perché nella vita non avrei potuto fare altro.

Hai mai pensato di mollare tutto?
Milioni di volte. Poi mi sono resa conto che la recitazione è l'unica cosa in grado di rendermi felice e mettermi in gioco. E in quell'attimo ho pensato: anche se nessuno me lo farà più fare, io questa sono.

Il film a cui ti senti umanamente più legata?
Concorrenza sleale di Scola, perché è stato il mio debutto al cinema. Finite le riprese ho pianto per una settimana.

I tuoi più grandi amici nel mondo del cinema?
Valentina Cervi, Sandra Ceccarelli, Lucio Pellegrini. E poi la famiglia Scola, da cui mi sento adottata.

Qualcuno che invece non frequenti, ma a cui ti senti vicino e vorresti dire qualcosa? Citto Maselli. E' stato il primo a scegliermi, quando in televisione facevo Macao. Il mio personaggio, Darla, lo evocava con la frase tormentone: "Citto vorrei fare l'amore con te". Un anno e mezzo dopo mi ha chiamato per il film-tv Il compagno. Per questo gli dico: "Citto, io ti amerò per sempre".

A proposito di tv: il tuo rapporto con quella di oggi?
Molto logoro. Ho smesso di aspettare e di "spettare". Se mi arrivasse una proposta dignitosa, potrei tornare a fare qualcosa.

E con la carta stampata?
Acquisto quotidiani e basta. Repubblica sempre, ogni tanto Il manifesto e Il corriere della sera.

L'ultimo libro letto?
L'ecclesiaste, che porto ancora in borsa.

Uno che consiglieresti a tutti?
Morte di Ivan Iliç di Tolstoj.

Pasotti dice oggi che "la famiglia è la sua rivoluzione". Condividi?
Io proverò a "rivoluzionare la famiglia". Vorrei cioè crearne una che lasci spazio a creatività ed esplorazione, e che fugga invece dalla routine, i ruoli, le regole e quello che si da per scontato. Questa è la mia prossima missione.

Le qualità che apprezzi di più nelle persone?
L'onestà intellettuale, la lealtà, le generosità, il senso dell'umorismo, la delicatezza d'animo, il senso degli ideali.

E quelle che invece detesti?
La bassezza, la mediocrità, l'avarizia, il perbenismo e il luogo comune del pensiero.

Che cosa ti preoccupa di più del mondo di oggi?
Tutto. Sono terrorizzata da quello che sta accadendo, sia in Italia che nel mondo. Mi sembra che la gente stia sempre più andando verso l'inconsapevolezza, allontanandosi da quello che conta di più nella vita: la verità, la bellezza, l'amore.

Un domani, quindi, cosa insegnerai ai tuoi figli?
Di essere sempre vigili e non fidarsi mai dell'apparenza. E poi l'amore per il gioco e il coraggio di sognare.