Pioniera dell'imprenditorialità al femminile. Esponente dell'identità nazionale dell'Italia unita. All'avanguardia ed in controtendenza nell'arte come nella vita. Eleonora Duse è la diva assoluta della mostra a lei dedicata (“Il viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo”), che aprirà i battenti il 3 dicembre al Complesso del Vittoriano di Roma. Secondo Alessandro Nicosia, di Comunicare Organizzando, “non è un caso che l'evento faccia parte delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia e che inauguri le manifestazioni in omaggio alle figure femminili chiave del Risorgimento”. “La divina - spiega Federica Galloni - oltre ad artista ed intellettuale a tutto tondo, è stata anche una grande patriota, impegnata in politica ed immersa nel clima sociale dell'epoca, al pari dei suoi colleghi uomini”. “Un'attivista ante litteram - prosegue il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio - promotrice dell'importanza della cultura, sempre in prima linea nella difesa delle giovani attrici e delle donne in generale”.
Le stesse amiche e colleghe che l'hanno ammirata in vita e per le quali realizza, nel 1914, una biblioteca nel cuore di Roma, proprio con lo scopo di infondere in loro la consapevolezza dei ruoli che avrebbero interpretato sulle scene.
“Il nostro progetto - interviene la curatrice della mostra, Maria Ida Biggi - voleva rinnovare la figura della Duse, sdoganandola dal ristretto ruolo di attrice e compagna di D'Annunzio, restituendole la dignità di ambasciatrice del teatro e dell'idioma italiano nel mondo”. Diventando, secondo Fabiana Santini, Assessore alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio, “un trait d'union, in grado di rappresentare al meglio il linguaggio di un'epoca ricca di fermenti e di farsi interprete dell'affannosa ricerca dell'identità nazionale e della costruzione dell'immaginario collettivo”.
La mostra, articolata in due sezioni - quella biografica e quella artistica - ripercorrerà le tappe salienti della vita e delle tournèe in giro per il mondo, dal Sudamerica all'Africa, dall'Europa agli Stati Uniti, attraverso lettere, ritratti, costumi di scena, fotografie e testimonianze di personalità di spicco. C'è anche un approfondimento dedicato all'intenso rapporto con il cinema - da lei stessa chiamato “l'arte del silenzio” - con la proiezione della sua unica pellicola Cenere. Per Maurizio Scaparro, ci troviamo di fronte “ad una vera e propria festa, ad un evento che sa cogliere il senso profondo dell'istituzione teatrale come luogo della memoria collettiva”. “Il pericolo di oggi - conclude il regista - è l'immobilismo e la stupidità, contro cui l'arte ha sempre combattuto e sempre combatterà, puntando ad un avvenire che guarda al passato per costruire il futuro”.