Il vento fa il suo giro al Gallio Festival del cinema italiano - Opere prime. Dopo il successo riscosso al London Film Festival e al Bergamo Film Meeting (dove è stato premiato con la Rosa Camune d'oro), il primo lungometraggio in lingua occitana girato nel nostro Paese e diretto dall'esordiente Giorgio Diritti è stato presentato in concorso alla manifestazione del centro turistico vicentino, dedicata ai debutti dell'ultima stagione cinematografica. Ambientato a Chersogno in Alta Val Maira, Alpi Piemontesi, il film - musicato da Marco Biscarini e Daniele Furlati e con un travolgente concerto dei Lou Dalphin - si interroga sulle sorti contemporanee della cultura occitana: "A un certo punto l'hanno quasi ammazzata - dice un personaggio -. Sai perché? Perché era gente tollerante". Una tesi che, in realtà, E l'aura fai son vir - questo il titolo in lingua occitana - contraddice, con un finale di speranza, che consegna la sopravvivenza della tradizione e della vita montana ai giovani. Il paese, popolato quasi interamente da anziani, vive unicamente d'estate, all'arrivo dei proprietari delle seconde case. Una situazione che pare cambiare quando a Chersogno giunge Philippe Heraud (Thierry Toscan, artista-scultore qui prestato al cinema con esiti sorprendenti), un pastore francese che vorrebbe trasferirsi lì dai Pirenei. Dopo l'iniziale diffidenza dei locali, Philippe, la moglie e i tre figli sono accolti con una fiaccolata di benvenuto dal sindaco Costanzo (Dario Anghilante) e dagli altri abitanti del paese: tutti si adoperano per sistemare la casa che li accoglierà e per dare in concessione i pascoli. Philippe stringe amicizia con Fausto (Giovanni Foresti), ma con il passare del tempo la situazione precipita: le capre e la produzione di formaggi sono invise ai locali, il modo di vivere degli Heraud è oggetto di critiche feroci. La convivenza diventa impossibile. E la valle, dove "un tempo vivevano ebrei, musulmani, eretici, cattolici, tutti insieme", rigetta la tradizionale tolleranza. Realizzato senza finanziamenti statali e co-prodotto da regista, attori e tecnici, Il vento fa il suo giro attende ancora di essere distribuito in sala: "Ci sono buone possibilità - dice Diritti - per una distribuzione autunnale, incrociamo le dita". Nel frattempo il regista bolognese, già legato al gruppo di Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi e Mario Brenta, sta lavorando negli stessi luoghi de Il vento fa il suo giro a Mainaas Fitaas - Bambini in affitto, documentario sui piccoli valligiani di 6 - 8 anni che fino agli anni '60 venivano spediti Oltralpe per essere impiegati nella pastorizia. Un altro progetto, attualmente in fase di sceneggiatura, riguarderà invece la strage di Marzabotto del 29 settembre 1944, quando i nazisti in ritirata trucidarono centinaia di civili inermi, tra cui  316 donne, 142 anziani di oltre 60 anni e 216 bambini di età inferiore a 12 anni. Minimo comune denominatore del cinema di Diritti è "la volontà di riflettere sul nostro passato, perchè non si perda la memoria storica". "Ma - prosegue il regista - fare un film è ormai un'impresa quasi impossibile...". Anche a noi non resta che incrociare le dita.