Dopo Hitler e Lenin, il regista russo Aleksandr Sokurov porta al cinema la figura dell'imperatore giapponese Hirohito. Il sole - che in tanti definiscono un capolavoro e per il quale si parla già di Orso d'Oro - chiude la trilogia sul potere avviata con Moloch e Taurus. Il film si concentra sugli eventi che portarono alla capitolazione incondizionata del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, ossia quando Hiroihito (interpretato dal bravissimo Issey Ogata) si appellò al suo popolo affinché non resistesse più alle truppe alleate. Scelta con la quale, consapevolmente, colui che era considerato il discendente della Dea Sole Amaterasu rinunciò allo status di Dio in terra. Era il 15 agosto del 1945, pochi giorni dopo il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, quando milioni di giapponesi sentirono per la prima volta alla radio la voce del loro imperatore, barricato nel suo bunker, che li esortava a deporre le armi e annunciava di avere rinunciato alla sua condizione divina. A salvare Hirohito dall'incriminazione come "criminale di guerra" fu il comandate supremo delle forze armate americane in Giappone, il generale Douglas McArthur, alle cui memorie si è ispirato Sokurov. Coprodotto anche dalla Downtown Pictures di Marco Müller in associazione con Rai Cinema e Istituto Luce, Il sole uscirà in Italia il primo aprile. "Ciò che mi ha affascinato di Hirohito è l'unicità della sua personalità e del momento storico, oltre alla sua lezione umanitaria" dice il regista a Berlino. Hirohito "ha avuto il coraggio di dire al suo popolo fermatevi - continua - è tutto finito" salvando così la vita a milioni di persone. Poteva non farlo: sul campo di battaglia c'era 470.000 soldati Usa contro quattro milioni di giapponesi armati. "Alla base c'è la considerazione che la "vita umana è la cosa più importante - dice Sokurov - non c'è nessun dogma politico che vale una vita umana e Hirohito lo ha dimostrato. Se in Europa fossero state risolte le cose come fra Hirohito e McArthur il Muro di Berlino non sarebbe mai stato eretto". Oggi "non ci sono più grandi personalità, la politica è ridotta a mediocre attività di bottega" dice il regista che critica le reazioni dopo l'11 Settembre. "Così potevano reagire solo persone che non hanno talento, che non hanno umanità", mentre bisognava invece capire "perché ci sono persone disposte a mettersi dell'esplosivo alla cintura e farsi saltare in aria". L'unico statista che Sokurov ritiene degno di tener testa ai protagonisti del suo film è forse  Gheddafi: "Ha fatto un buon gioco - ironizza - chi l'avrebbe detto che sarebbe riuscito a far fare la fila ai leader europei per stringerli la mano". Dopo Il sole il regista - annuncia - realizzerà un quarto film, che farà da appendice alla trilogia,  dedicato al personaggio di Faust sulla base degli scritti di Thomas Mann (Doktor Faustus) e Johann Wolfgang Goethe (Faust). Questa volta non ci saranno riflessioni sul potere e sulle sue conseguenze per l'umanità, ma sugli interrogativi primari dell'uomo e dell'esistenza.