"Il cinema è come il sesso: bisogna sempre provare cose nuove" Parola del danese Nicolas Winding Refn, protagonista del seguitissimo "Rapporto confidenziale" del 27esimo Torino Film Festival: retrospettiva completa più il doc Gambler dell'amico regista Phie Ambo, sulle sue vicissitudini umane e professionali all'epoca di Pusher 2. "L'arte, il sesso e la violenza sono tutti sfoghi emotivi. Il mio timore principale è quello di ripetermi e di venire etichettato: voglio sempre scioccare e spiazzare il pubblico", confessa Refn, e a giudicare dalla risposta degli spettatori torinesi c'è riuscito appieno.
Nato in Danimarca nel 1970, Nicolas Winding Refn si trasferisce a New York all'età di 6 anni e torna a Copenaghen a 17. Ripartito per iscriversi alla American Academy of Dramatic Arts, viene espulso e ripiega sulla Danish Film School. 
Ha 26 anni, scrive e dirige Pusher: è un successo di pubblico e critica, con una Copenaghen che ha le stesse Mean Streets di Scorsese e l'ineluttabilità disperata dell'Ultima fermata a Brooklyn di Hubert Selby jr.: piccoli criminali, prostitute, spacciatori uniti dall'impossibilità di sopravvivere alla sconfitta e agli affetti.
In campo c'è sempre l'autodistruzione, che non è solo dei loser per vocazione ma di tutti noi: è la normalità a condurre alla fine nel suo secondo lungo, Bleeder, e nel successivo Fear X, un disastro al botteghino, che catapulta la normalità "vigile" di John Turturro negli incubi di David Lynch. Forse, un'opzione troppo azzardata, comunque affascinante: meglio tornare indietro e garantire due spin-off ai comprimari del primo Pusher. Pusher II e Pusher III si fanno ancor più forsennati, vibranti e cupi, ma senza rinunciare allo humour, dark e nordico come Danimarca pretende.
E come vuole anche il successivo Bronson, che - Refn tiene a staccarlo decisamente dai precedenti - porta all'ennesima potenza il suo cinema, inquadrando il detenuto più cattivo delle carceri britanniche: crasi di Vin Diesel e Aldo Baglio, lo straordinario Tom Hardy replica Charles Bronson, tra sangue, ghigni e risate. La buona notizia è che la neonata Movie Inspired lo porterà al cinema: è un capolavoro, non perdetelo. Il suo 'ultimo film, Valhalla Rising, è passato in Mostra quest'anno, ma fu il torinese Alberto Barbera a portarlo la prima volta al Lido con Bleeder 10 anni fa.
Ora non resta da chiedersi che farà prossimamente il buon Nicolas, che ama Aurora di Murnau e preferisce Ophuls a Bergman: "Ho appena firmato l'accordo per due film. Inizierò a lavorare a Only God Forgives alla fine del 2010 a Bangkok: si svolge sempre nell'ambiente criminale, ma lontano da Pusher. L'anno seguente realizzerò I Walk with the Dead: a differenza del primo, qui ci sarà molto sesso e molta violenza" Prima però Refn girerà un film hollywoodiano in Europa, ma da Torino promette: "Non accetterò nessun tipo di interferenza e farò di testa mia: realizzo i film che mi piacerebbe vedere al cinema da spettatore".