“Non avevamo dubbi che Cate Blanchett avrebbe fatto la scelta giusta. l’Italia è tornata a casa contenta, sperando (giustamente) in una Palma d’Oro per Dogman, duro e crudele e anche umano e carezzevole, il racconto di Matteo Garrone, ma ha comunque vinto Marcello Fonte come migliore attore”, scrive Marina Sanna nell’articolo Notte italiana. Il Festival di Cannes è giunto al termine, e lascia spazio alle riflessioni e ai commenti del dopo-festival. Un concorso che, tra alti è bassi, è stato comunque superiore a quello dell’anno precedente anche per l’equilibrio di Cate Balchett, presidente di giuria. “L’eleganza è sapersi adattare a tutte le circostanze, scriveva lo stilista francese Yves Saint Laurent, senza quella del cuore non esiste eleganza. È un pensiero che la Blanchett ha interpretato alla perfezione, attraversando conflitti, polemiche, dibattitti e fermenti culturali e lasciando un segno indelebile”, spiega ancora Sanna.

Valerio Sammarco, Federico Pontiggia e Gian Luca Pisacane ci raccontano i “film del cuore” di questa settantunesima edizione del Festival di Cannes . Da Cold War a The Wild Pear Tree, passando per The House That Jack Built Dogman.

 

Emanuele Rauco ci proietta nell'universo con  2001: Odissea nello spazio, attraverso le parole di Christopher Nolan. “Non si può parlare davvero di seconda vita per 2001: Odissea nello spazio: il capolavoro di Kubrick ne ha vissuta una sola e dura da 50 anni, senza mai conoscere cedimenti nella propria forza visionaria e complessità cinematografica”. Per Nolan, che ne ha curato il restauro, vedere il film a soli 7 anni fu “un’epifania totale, indimenticabile anche se ero molto piccolo”.

 

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