"Si dice che il potere rende sexy, ma fortunatamente non sempre è così". A parlare è la francese Agnès Jaoui, a Roma per presentare Così fan tutti, film vincitore a Cannes del premio per la sceneggiatura, con il quale torna dietro la macchina da presa dopo il successo di Il gusto degli altri. Ad accompagnare la regista c'era, questa mattina, anche Jean-Pierre Bacri, che insieme a lei è autore dello script e interprete. Così fan tutti (in uscita nelle sale il 29 ottobre) è una satira sul potere e su come le relazioni interpersonali, sul lavoro e nella vita privata, ne vengono inevitabilmente condizionate. "Lavoriamo insieme da oltre quindici anni - dice l'attore - e da molto tempo pensavamo di fare un film su questo tema, ma questa volta è stata un'impresa piuttosto ardua". Soprattutto "a livello di scrittura - chiarisce la Jaoui - perché sentivamo molto il peso esercitato dal successo dei precedenti film". Così fan tutti racconta una storia a più voci: quella di Lolita (Marilou Berry), una ragazza di vent'anni che vorrebbe assomigliare a una modella, quella di suo padre Etienne (Jean-Pierre Bacri), un uomo che non presta la minima attenzione agli altri perché troppo preso da se stesso, quella di Pierre (Laurent Grevill), scrittore disilluso convinto che non avrà mai successo e quella di sua moglie Sylvia (Agnes Jaoui), insegnante di canto che dubita del proprio talento. Tutti in qualche modo sono alla ricerca (o hanno già trovato) il successo "e tutti, come avviene quotidianamente nella vita di ognuno di noi, sono costretti a fare i conti, o a non farli, con qualcuno che ha molto più potere di loro e ne approfitta" dice la regista. "Esiste un legame tra successo e potere, ma - continua - quello di cui parliamo capita anche a persone che non si muovono in ambienti in cui la fama e la popolarità sono tutto". I giochi di potere "scattano ogni volta che qualcuno è in una posizione di forza e domina su qualcun altro: dal tassista, all'attore, al giornalista, molte persone soffrono perché sono costrette a subire un rapporto, che può essere quello con il proprio superiore, con il regista o con il capo-redattore". L'intento di fondo era quindi "esplorare l'abuso che si fa del potere" aggiunge Bari. In Francia Così fan tutti ha incassato, in tre settimane, 6 milioni e 200 mila dollari e ha battuto al botteghino anche The Terminal di Steven Spielberg. Al film della Jaoui è stato tuttavia preferito I ragazzi del coro per rappresentare il Paese nella corsa all'Oscar: "Meglio così -  dice la regista - l'esperienza precedente con Il gusto degli altri è stata penosa e sgradevole. E' prima di tutto una questione di lobby e poi a Hollywood il cinema è soprattutto un'industria e l'unica cosa che gli interessava era sapere se potevano acquistare i diritti per farne un remake o convincermi a lavorare negli Stati Uniti". Ben diverso è il suo rapporto con l'Italia: "Il vostro cinema mi ha sempre affascinato, fin da quando ero bambina e vedevo i film di Scola, Risi e Comencini. Anche oggi avete bravi autori, come Moretti, ma il vostro problema è soprattutto politico. Vi servono delle buone leggi, le stesse che hanno permesso a noi di continuare a sopravvivere anche dopo la Nouvelle Vague e di contrastare lo strapotere della tv, l'invasione dei film americani e di produrre fino a 300 film l'anno".