(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Molti film che escono in questo periodo parlano di amore. Ma quello che racconto io non è il sentimento che unisce un uomo e una donna, ma l'amore di Cristo". A parlare è Susanna Tamaro che, questa mattina a Roma, ha presentato Nel mio amore,  film con il quale la scrittrice esordisce dietro alla macchina da presa e in uscita nei cinema il 23 settembre. "C'è l'interesse del Vaticano - spiega la Tamaro - a mostrare il film anche a Papa Giovanni Paolo II". Interpretato da Licia Maglietta e Urbano Barberini, Nel mio amore è liberamente ispirato al racconto della Tamaro L'inferno non esiste (tratto dal libro Rispondimi) e racconta la storia di Stella, una cinquantenne che, dopo la morte del marito, ripercorre gli ultimi vent'anni della sua vita: l'amore per il consorte aristocratico, la gelosia dell'uomo nei confronti del figlio, involontariamente ucciso proprio dal padre, la lontananza dell'altra figlia e il tentativo di recuperare il rapporto con la ragazza. "La società occidentale - dice ancora la neoregista - sta collassando su se stessa e vive in uno stato di anoressia dei sentimenti. E allora, arrivati a questo punto di disperazione, è necessario parlare di anima, perché la salvezza può arrivare solo da un cambiamento di prospettiva rappresentato dall'amore. Certo un film non salva l'anima ma può cominciare a mostrare un pensiero diverso". Girato tra la Slovenia e Trieste, Nel mio amore si apre con un salmo ebraico e si chiude con una poesia islamica: "Perché -  prosegue la Tamaro - solo la nostra stupidità può trasformare il mondo in una carneficina. Le diverse religioni ci completano e non ci contrappongono". L'idea di passare dietro alla macchina da presa nasce dal fatto che "non ho più voglia di scrivere - spiega la scrittrice - e il cinema mi offre un'altra possibilità di dire delle cose. Alla scrittura tornerò magari tra una decina d'anni. Adesso sento il bisogno di rinascere". Ad accompagnare la regista c'erano anche i due protagonisti. "Quando Susanna mi ha incontrato - dice la Maglietta - mi ha regalato Rispondimi, un libro che ho molto amato. Riconoscevo nella protagonista,  una donna che perde il figlio ed è dipendente da un uomo da un punto di vista intellettuale ed economico, qualcosa che mi appartiene nella limpidezza e nell'asciuttezza con cui tratta i sentimenti. Un personaggio molto doloroso, certo, ma che conosco nei minimi particolari". Il tema della perdita di una persona amata è centrale nel film che "parla della morte - dice la Tamaro - che quando entra nel nostro destino ci pone in contemplazione di fronte al mistero". Nessun rimpianto per non essere andata, fuori concorso, alla Mostra del Cinema di Venezia: "Sono contentissima di non esserci stata - conclude la regista - non amiamo le mondanità".