"Quando un ideale, sia religioso o politico, viene pervertito in assoluto, diventa inumano e apre al fondamentalismo: questo non è un film sul nazismo, ma universale". Parola di Michael Haneke, in competizione per la sesta volta sulla Croisette - e sembra l'anno buono per la prima Palma - con Das Weisse Band ("Il nastro bianco"), co-prodotto e distribuito in Italia da Lucky Red, che rintraccia nella violenza di un paesino rurale tedesco all'alba della Prima Guerra Mondiale i germi della dittatura hitleriana. Prima solo oggetto di violenza, progressivamente anche i bambini (al casting ne sono passati circa 7mila) diventeranno crudeli, ma - spiega il regista austriaco - "non è un modello, e anche per loro ci sono possibilità di non trasformarsi in criminali". A ridimensionare l'assunto negativo del film, che contempla violenze assortite, sessismo e pedofilia, è anche Ulrich Tukur, che veste i panni del Barone del villaggio: "Non è così disperato, i personaggi sono freddi e repressi, ma c'è anche una storia d'amore (quella tra il maestro e una tenera 17enne, NdR), che da' speranza. E' un microcosmo della societa' tedesca che sarebbe scomparsa nelle trincee della Prima Guerra Mondiale", mentre Burghart Klaussner, nel film un pastore protestante che domina brutalmente i figli e i bambini, dice di provare "comprensione per lui, che cerca di lottare perché il paesino non perda la sua anima". Il tutto viene ritratto dal direttore della fotografia Christian Berger con un bianco e nero "nato dalle fotografie dell'epoca, da cui viene anche la scelta degli interpreti, e - dice Haneke - utilizzato per distanziare lo spettatore, analogamente alal voce over dello narratore". "Per ogni tema, qui rifletto sulla rappresentazione mediatica della violenza, scelgo una particolare forma espressiva, un movimento speciale", prosegue il cineasta, che continua a voler "sollevare questioni sullo schermo, con la massima precisione, perche' lo spettatore trovi le risposte: tutti i miei film riflettono sul senso di colpa della nostra civiltà giudaico-cristiana, che ci accompagna ogni giorno". "Se qualcuno di voi non ha di questi problemi - conclude Haneke - tanto meglio...".