"Non è un film sulla gioventù, ma sul bambino che è in ognuno di noi. Volendo, una storia che si concentra sul modo in cui ognuno di noi crea la propria vita, trova la propria strada". La francese Alix Delaporte torna a Venezia (questa volta in Concorso) quattro anni dopo il passaggio alla Settimana della Critica con l'esordio Angèle et Tony. Lo fa con Le dernier coup de marteau (L'ultimo colpo di martello), titolo che fa riferimento alla "Sesta" sinfonia di Gustav Mahler, centrale nel corso della narrazione del film.

"Quando ho scritto il personaggio di Samuel, direttore d'orchestra, dovevo capire quale fosse l'opera da fargli dirigere. Sono finita su questa di Mahler perché mi ha incuriosito la questione dei tre colpi di martello presenti", dice ancora la regista, che per il film è tornata a dirigere Clotilde Hesme e Grégory Gadebois (entrambi protagonisti della serie tv Les revenants), rispettivamente la madre e il padre dell'adolescente protagonista, Romain Paul, tra i più seri candidati al Premio Marcello Mastroianni per il giovane attore emergente: "Lavoro con Alix da ormai dieci anni - dice l'attrice - e da quando l'ho incontrata ho scoperto quanto il corpo diventi indispensabile per tratteggiare il carattere dei personaggi. Ho fiducia totale nei suoi confronti, altrimenti sarebbe impossibile lasciarsi andare in questo modo". Le fa eco l'attore, anche lui diretto nuovamente dalla Delaporte: "Quello che amo di questa regista è il modo in cui si relaziona al personaggio".
Ambientato a Camargue, L'ultimo colpo di martello segue le vicende del (quasi) quattordicenne Victor, che abita con la madre malata di cancro in una comunità limitrofa a quella dei gitani. Il ragazzo è un promessa del calcio e viene monitorato da un'importante squadra francese. Un giorno la madre gli fa una rivelazione: il padre, celebre direttore d'orchestra che non ha mai conosciuto, è in città. Il ragazzo si reca a conoscerlo e si trova di fronte un uomo quasi ignaro dell'esistenza di un suo figlio, apparentemente goffo e distaccato, col quale invece nasce un rapporto profondo e affettuoso.

"Ho letto molte volte la sceneggiatura - racconta il giovane Romain Paul - ma per entrare nel personaggio è stato indispensabile l'aiuto di Alix (Delaporte, ndr), con la quale ho parlato a lungo".
Analogie con Truffaut e I 400 colpi? "Non troppe - dice la regista - anche se proprio qualche settimana fa ho fatto rivedere a Romain i provini di Jean Pierre Leaud per quel film, e devo dire che la similitudine tra i due mi ha colpito molto".