Era dal 2005 che un film italiano non trovava posto nella Semaine de la Critique di Cannes: ce l'ha fatta Salvo, opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, che ha conquistato il Grand Prix 2013 e s'è anche aggiudicato il Prix Révélation. Mica male per un debuttante italiano, con una storia ambientata interamente tra Palermo e la campagna di Enna.
Protagonista un killer di mafia che durante un regolamento di conti nella casa di un rivale s'imbatte in Rita, sorella cieca dell'uomo che sta per assassinare. La ragazza cerca di scappare ma qualcosa succede in quel momento: l'uomo prima tenta di ucciderla, poi si ferma. Non riesce a farlo. Per salvarla deve nasconderla, ed è quello che farà, nonostante sia un gesto folle e quasi senza speranza. Amore a prima vista? Forse per il killer, una cosa è certa: farà miracoli.
Salvo, che nel 2008 ha vinto la Menzione Speciale per la sceneggiatura al Premio Solinas, evita tutte le trappole rimanendo sospeso tra fantastico e reale, sul filo dell'ambiguità. Un ottimo esordio, grazie anche al bel cast: bravissimi il palestinese Saleh Bakri e Sara Serraiocco (che ha appena vinto il premio della rivelazione del festival Tertio Millennio). I produttori Massimo Cristaldi e Fabrizio Mosca raccontano di essere stati fulminati dalla sceneggiatura, e al Torino Filmlab (dove hanno vinto un bel contributo per lo sviluppo del progetto) i due registi avevano presentato nel 2009 il corto Rita, premiato poi in numerosi festival, che conteneva già la trama di Salvo.