"Sono le persone che perdi e il dolore che provi a spingerti a farti domande, quelle stesse che il mio film accoglie, senza soffermarsi troppo sulle possibili risposte". Così Ferzan Ozpetek ha voluto presentare Cuore sacro, il suo nuovo film che esce in 300 copie venerdì 25 distribuito da Medusa. "Quale è il senso della vita? Dove va chi muore? Questi interrogativi – prosegue Ozpetek – hanno reso urgente la realizzazione di Cuore sacro, il mio film più difficile. Chi leggeva il copione rimaneva sotto choc: ho tagliato qualche passaggio e alla fine non credo di aver esagerato. Ho girato col cuore in mano". Protagonista del film è Irene – interpretata da Barbora Bobulova – una giovane e spregiudicata imprenditrice immobiliare che entra in una profonda crisi d'identità, in cui il fantasma rimosso della madre si intreccia all'incontro con Benny, una bambina dall'imprevedibile generosità. La scoperta del sé più autentico conduce Irene a un cambiamento radicale, in cui il confine tra follia e altruismo diviene sempre più labile. Una dimensione esistenziale che la Bobulova ha abitato con grande trasporto, sulla scia del regista: "L'apporto di Ozpetek è stato fondamentale. Con lui ho capito che spesso la verità della recitazione sta nella sua inconsapevolezza. Per un attrice logica quale io sono, aprire alle emozioni escludendo la mente ha una carica dirompente". Ugualmente soddisfatta Lisa Gastoni, tornata sul set dopo 25 anni nei panni di Eleonora, zia di Irene e affarista senza scrupoli: "Lavorare con Ozpetek è inizialmente affascinante, poi inquietante. Non hai scelta: o lo segui o rimani al palo". Il viaggio intrapreso dal regista è effettivamente coraggioso: la parabola umana di Irene è radicata in un contesto sociale segnato dal crescente divario tra chi ha tutto e chi – afferma Ozpetek – "non si può più permettere nemmeno il cinema e una pizza il sabato sera". Muovendo da queste considerazioni, però, il regista de Le fate ignoranti ha escluso in partenza l'approccio politico – "La politica attuale mi fa senso" – e tenuto in sottotraccia il discorso sociale: "Non racconto la società contemporanea in via diretta: la sua esplorazione è funzionale al percorso esistenziale di Eleonora". Un percorso che conosce tappe mistiche sull'exemplum di S.Francesco e del derviscio Mewlana: "Il mio senso religioso non privilegia una sola confessione: l'unicità di Dio mi porta ad accogliere molteplici suggestioni di provenienza diversa". Questo sincretismo ideologico trova poi una prassi cattolica nella figura di padre Carras (citazione da L'esorcista del co-sceneggiatore Gianni Romoli), un sacerdote che sostiene laicamente Irene: "Siamo in un Paese cattolico - afferma Ozpetek - la realtà di solidarietà verso i marginali e i disadattati che descrivo è la stessa che ho conosciuto presso la Comunità di Sant'Egidio". All'associazione andrà la somma di denaro inizialmente destinata al party per la presentazione del film. Un modo concreto per rivelare il secondo cuore che ognuno di noi custodisce in petto: quello sacro.