"Il documentario su Giovanna Cau è nato da due fattori congiunti a livello temporale: da un lato la sua disponibilità, ad ottantotto anni compiuti lo scorso marzo, a parlare finalmente di sé in maniera estensiva, rivivendo le sue infanzia e giovinezza, la sua vita professionale. Dall'altro la rilevanza che le parole di questa donna possono avere per raccontare e testimoniare in maniera diretta un pezzo molto importante di storia d'Italia in questo momento difficile del nostro paese". Così il giornalista Marco Spagnoli - già autore dei documentari Hollywood sul Tevere e Hollywood Invasion - spiega come è nato Diversamente giovane, documentario incentrato su Giovanna Cau, collaboratrice decisiva di personaggi come Fellini e Mastroianni, Calvino e Moravia, Scola e Lizzani, Francesco Rosi e Monica Vitti, fino a Sorrentino e Crialese, oggi al Festival di Roma nella sezione L'Altro Cinema|Extra diretta da Mario Sesti.
Un numero sorprendente di film che hanno fatto grande il nostro cinema sono germogliati nel suo celebre studio in Via Romagnosi, lo stesso che è stato focolaio di importantissime battaglie per il diritto d'autore, la difesa del lavoro dell'attore, l'abolizione della censura.
Diversamente giovane racconta la vita dell'avvocato Giovanna Cau sullo sfondo di sessanta anni di storia italiana, narrati dalla sua viva voce e da quella delle persone, i suoi clienti e i suoi amici, che la conoscono e che con lei hanno lavorato e vissuto, condividendo onori, idee politiche e successi, ma anche momenti più seri e drammatici. Una vita professionale che di questo paese vuole essere in un certo senso testimonianza e specchio. Dall'essere una delle cinque donne avvocato che esercitavano a Roma nel 1956 fino all'avere collaborato attivamente al consolidamento e all'affermazione di uno degli Studi legali più importanti della Capitale, attivo in campo cinematografico, ma non solo; un percorso personale ed esistenziale dall'Italia del fascismo e del dopoguerra fino ad arrivare ad oggi. Un'attività declinatasi sia in ambito cinematografico e forense, sia nel campo dell'impegno politico con una grande attenzione all'impegno sociale che l'hanno vista in prima linea in alcune battaglie come quella per il voto alle donne e per i diritti dei portatori di handicap. Una personalità formatasi anche grazie all'ambiente familiare: il padre, contrario ai gerarchi e al rampantismo dell'era mussoliniana, fu trasferito a Ginevra presso la Società delle Nazioni. Una giovane donna che dal padre ha attinto curiosità e desiderio di conoscenza, ma anche quella tempra e determinazione per una vita che ha lasciato il segno non solo nell'ambito del lavoro, ma anche in quello della politica e della cultura, avendo - tra i suoi clienti - alcuni dei più importanti autori della nostra letteratura. Combattiva, coriacea, tenace, ironica e dotata di un grande senso dell'umorismo dell'ironia, l'avvocato Cau accetta di parlare per la prima volta davanti alla macchina da presa per raccontare se stessa, il suo lavoro, i suoi ricordi, ma soprattutto per esprimere le sue idee ed opinioni riguardo all'Italia di oggi, rispetto al cinema, la cultura, la politica.