Raccontare il cinema per immagini. Dai set di Franco Zeffirelli, Giuliano Montaldo, Dario Argento a quelli di Cristina Comencini, Marco Tullio Giordana, Silvio Muccino e Sergio Rubini. E' il lavoro di Angelo R. Turetta, pluripremiato fotografo di scena al quale il festival di Annecy rende omaggio con un'ampia mostra: circa un centinaio degli scatti da lui realizzati durante le riprese di Quando sei nato non puoi più nasconderti. Approdato al  cinema "per caso", Turetta non ama, tuttavia, essere definito un fotografo di scena. "Anche se il 70% del mio lavoro si svolge sui set  italiani, sono nato e resto prima di tutto un fotoreporter". Con i sui reportage ha raccontato la Camorra, la città di Roma e ora si appresta a entrare nell'universo della comunità cinese della Capitale. "Del cinema mi diverte l'aspetto goliardico - spiega -, da una parte si prende questo lavoro con una serietà folle, dall'altra c'è la coscienza di lavorare a qualcosa che in fondo ha del superfluo". Quello che "mi piace raccontare attraverso le mie fotografie - continua -  è soprattutto la grande fatica che c'è dietro la realizzazione di un film e nel lavoro delle maestranze". Capita spesso, racconta ancora Turetta, "che gli scatti si realizzino su commissione, si devono ripetere certe scene per riuscire a riassumere attraverso le immagini una specifica sequenza, ma non è il genere di lavoro che m'interessa. Quello che mi piace è cogliere l'attimo. Per questo preferisco lavorare durante le prove. In questo modo si riesce davvero a raccontare cos'è il cinema: si riesce a cogliere e smascherare il momento in cui si stravolge la realtà al fine di mostrare la realtà stessa". Reduce dal set del nuovo film di Rubini, La terra, Turetta si appresta ora a realizzare uno speciale sul film 4-4-2 il gioco più bello del mondo dedicato al calcio e firmato a più mani da giovani registi esordienti, dopo di che volerà in Sicilia per la fine delle riprese di La porta d'oro di Emanuele Crialese.