Per quanto vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926, Grazia Deledda è nome ben poco ricorrente nel panorama culturale nazionale, travolta (si può dire) dal cambiamento di usi, costumi, abitudini nell'Italia prima e dopo la seconda guerra mondiale.
A questa sorta di inopinata legge dell'oblio dice di avere voluto porre rimedio Angelo Maresca, regista del film La madre, liberamente ispirato al racconto omonimo della stessa Deledda, presentato oggi alla stampa a Roma. “Ricordo che al liceo scientifico della mia città, Nuoro, si studiava letteratura italiana ma non si parlava mai di questo nome. Allora ho visitato la casa natale della scrittrice, mi ha incuriosito, ho letto tanti suoi testi, ho pensato che La madre era un racconto pieno di attualità. Sono rimasto colpito dalla precisione con cui descrive il senso di oppressione che lascia l'idea errata della religione. Da sempre mi interessano l'essere umano e la sua collocazione negli ambienti e negli spazi. Spostare la storia dal 1920 ai giorni nostri ha voluto dire rimettere i tre personaggi principali in una dialettica più viva e intensa. A livello di regia mi piace poi molto l'approccio metaforico visivo. Abbiamo girato tutto all'interno e nei dintorni del Palazzo della Civiltà e del Lavoro all'EUR, il cosiddetto Colosseo quadrato, e questo ha consentito la ricerca di atmosfere fredde, distaccate, quasi neutre”.
Tre personaggi principali intorno al tema del rapporto fede/ragione. Nel ruolo del titolo c'è Maddalena, ossia Carmen Maura, attrice che definire almodovariana è forse fin troppo immediato. Assente perché impegnata a Madrid in teatro, “è lei –dice Maresca- che ha scelto me. Sono andato a Madrid, le ho portato il copione, ha accettato: per fortuna, perché altri due nomi di attrici italiane cui mi ero rivolto avevano rifiutato. Personaggio difficile, è un'ossessione, la vera malata è lei”.
Nel ruolo di don Paolo, il figlio sacerdote, c'è Stefano Dionisi. “La fede – dice- svolge un ruolo importante, al pari del senso di colpa. In don Paolo ci sono sentimenti forti e opposti. Ci sono silenzi e simbolismi. Fino al finale che resta aperto”. Agnese, la donna per cui don Paolo vive una contrastata passione, è Laura Baldi, esordiente su grande schermo, una carriera come modella: “Il mio ruolo potrebbe sembrare quello della guastafeste, in realtà è più sfaccettato, non semplice, richiede sensibilità nel delineare i vari passaggi di un legame tra il naturale e il torbido”. Anche per Maresca, che viene dal teatro, si tratta dell'opera prima.
“Il recupero di alcuni valori –dice Flavia Parnasi, produttrice per Combo- è importante, e guardiamo alla possibilità che il film trasmetta un ruolo sociale preciso.” Distribuito da Microcinema, il film esce il 10 luglio in 20 sale iniziali con la disponibilità ad aumentare in caso di richieste. “Non bisogna avere paura –aggiunge- di uscire alla metà di luglio, si tratta di pensare ad una strategia mirata che non vada contro le major americane”.