Come si studiano il cinema - e i media audiovisivi - oggi? Come diventano oggetto di ricerca? Quali sono le metodologie messe in campo dalla ricerca nell’area dei “Film and Media Studies” in Italia? E quali le strategie per il futuro?

Sono questi gli interrogativi che hanno animato, venerdì scorso, il Convegno che si è tenuto in apertura dell’Assemblea nazionale della CUC – Consulta Universitaria del Cinema (organo che raccoglie gli studiosi italiani di media) - presso la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Un’occasione per condividere con la comunità scientifica gli esiti dei progetti “Comizi d’amore” e “Circolazione Internazionale del Cinema Italiano”, le due ricerche triennali finanziate dal MIUR nell’ambito del Programma PRIN – Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (Bando PRIN 2015).

Ha aperto i lavori Tomaso Subini, dell’Università Statale di Milano, illustrando gli obiettivi del progetto “Comizi d’amore. Il cinema e la questione sessuale in Italia (1948‐1978)” (https://sites.unimi.it/comizidamore/).

Prendendo in prestito il titolo dalla celebre inchiesta documentaria di Pasolini, la ricerca si è proposta di interrogare il rapporto tra il cinema e la “questione sessuale” in Italia, nel contesto generale di modernizzazione della società italiana del dopoguerra. Spunto di partenza nonché punto di riferimento per il progetto è stata la riflessione di Peppino Ortoleva circa il processo di caduta del tabù dell’osceno e la coincidente ascesa della pornografia.

Una tematica che ha permesso di aprire la tradizione della storia istituzionale a quella della storia culturale, e viceversa, attraverso un dialogo sempre più integrato tra studi storici e studi mediali.

Questo approccio metodologico ha portato alla creazione di una ricca banca dati, comprendente oltre 15000 schede relative sia a  documenti inediti, o poco noti, che a materiali a stampa apparsi su riviste e periodici appartenenti a categorie eterogenee (stampa di settore, riviste generaliste e rotocalchi, riviste maschili, riviste femminili, ecc.), scelti in modo da essere rappresentativi di diverse aree culturali. 

Rivolto invece alla dimensione internazionale è invece il progetto “The International Circulation of Italian Cinema” (https://www.italiancinema.it/). Il Principal Investigator Massimo Scaglioni, dell’Università Cattolica di Milano, ha evidenziato i caratteri di novità e di sperimentazione della ricerca, che ha portato studiosi provenienti da cinque diverse Università a confrontarsi con un terreno ancora inesplorato nell’alveo degli studi sul cinema e sui media: le forme di distribuzione e di circolazione del film, in un contesto di rilevante trasformazione (si pensi alla diffusione delle piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime e Disney+).

Il progetto si è concentrato sui due fuochi principali delle trasformazioni dei percorsi distributivi dell’audiovisivo e del cinema come vettore dell’identità e della cultura italiana.

Dal punto di vista teorico, la ricerca si è avvalsa di una metodologia composita, nata al confine di diverse discipline e capace di integrare analisi quantitative e qualitative nel tentativo di elaborare degli strumenti efficaci a cogliere le complessità di un oggetto di studio in continuo mutamento.

Questo approccio, inclusivo e multidisciplinare, ha permesso anche di sollevare alcuni cruciali interrogativi circa l’evoluzione della definizione di “made in Italy” oggi e, soprattutto, circa le politiche a sostegno dell’esportazione del cinema in una prospettiva europea e internazionale, grazie anche alla collaborazione al progetto di ricercatori afferenti a diverse università internazionali, come Ohio State University.

In vista della pubblicazione di una monografia conclusiva, prevista per il 2020 (dal titolo “Cinema Made in Italy”), gli esiti di questa ricerca sono stati raccolti in un numero speciale della rivista scientifica “Comunicazioni Sociali” e su una piattaforma online in continuo aggiornamento (italiancinema.it), vera occasione di dialogo e di confronto rivolto anche al mondo istituzionale e all’industria.

La capacità di aprire la ricerca oltre il mondo accademico è, nelle parole di Scaglioni, l’occasione per pensare a progetti sviluppati in Università ma sempre più collaborativi, rilevanti e multidisciplinari, capaci di inserirsi all’interno di network internazionali e di costruire ponti di collaborazione tra Accademia, industria culturale e istituzioni.

La Tavola rotonda si è chiusa, infine, con le parole di Giulia Carluccio, dell’Università di Torino, Presidente CUC, e di Giacomo Manzoli, Professore all’Università di Bologna, che si sono trovati concordi nel riconoscere alle ricerche “Comizi d’amore” e “Circolazione Internazionale del Cinema Italiano” la capacità di fornire inedite prospettive di attraversamento della storia sociale, politica e culturale del nostro paese, senza sottovalutare il sempre più vitale confronto con il contesto internazionale, necessario per fare della ricerca un vero motore di scambio, innovazione e rafforzamento dell’industria creativa nazionale.