Mentre il suo quinto libro Mascalzoni latini (Mondadori) scala le classifiche, lei affianca in veste di sceneggiatrice il compagno regista Ricky Tognazzi sul set de Il padre e lo straniero, film tratto dal romanzo di De Cataldo. Mai come in questo periodo Simona Izzo è l'interlocutrice adatta per approfondire un tema vecchio quanto il cinema: il rapporto tra la settima arte e la letteratura. Ha girato film tratti da suoi stessi libri, qual è il segreto per non tradire l'autore?La parola tradurre contiene il termine tradito: il libro va disatteso, anche se lo si è scritto. Bisogna trasmettere allo spettatore, che ha tempi diversi dal lettore, l'emozione di più pagine in pochi istanti: un monologo può diventare uno sguardo. La difficoltà maggiore nella trasposizione di un romanzo?Avere un bravo regista. I grandi romanzi sono pronti: cosa aggiungere a Madame Bovary o Anna Karenina? Serve solo la capacità di sintesi in immagini. Come sceneggiatrice, si sente più vicina alla scuola europea o americana?Sono una figlia della tv: da piccola aspettavo i telefilm come le favole della nonna. Ma i "miei" autori sono Scarpelli, Age e Woody Allen, artisticamente apolide, e mi sento più vicina alle emozioni "da camera" che agli effetti speciali. Personalmente parto sempre da titoli, lampi di idea miei o di un produttore. Il primo film Parole e baci nacque da una cartolina: cambiai "abbracci e baci" in quello che poi divenne il nome della pellicola. Si dice che i giovani autori scrivano romanzi già il film con in mente, è un'accusa o un merito?Impossibile sottrarsi al proprio tempo: se il cinema, come l'intera società dell'immagine, è così immediato perché gli scrittori dovrebbero essere ancora manzoniani? Qual è il film che vorrebbe aver scritto, e perché?Le relazioni pericolose, uno splendido romanzo che ha ispirato a due grandi registi, Vadim e Frears, dei film perfetti. E poi In nome del popolo italiano, La famiglia, La notte di San LorenzoMascalzoni latini diventerà un film?Lo spero perché racconta di ciò che amo, tra cui i mascalzoni, come ogni donna. Soprattutto quelli latini, che cresciuti da latine tradiscono con un senso di colpa che lo scandinavo e l'americano non conoscono. Io raccolgo storie, e quelle femminili mi interessano più di tutte.Lo diceva Raffaele La Capria: parlo di me quando parlo di altri, e di altri se parlo di me.