"I nuovi strumenti tecnologici ci obbligano a cambiare il nostro modo di pensare". Così esordisce Wim Wenders presente a Roma per Play the Lab, laboratorio di registi, creativi ed artisti nato per sperimentare le potenzialità fotografiche del telefono cellulare. Per il regista tedesco "dobbiamo adattarci in modo flessibile ai new media, fino a disimparare quanto sapevamo prima del loro avvento". Più scettico, invece, Terry Gilliam, l'ex-Monty Python anche lui coinvolto nel progetto realizzato da Nokia Nseries e Mikado: "Ho sempre cercato di sfuggire dalla tecnologia per cercare la solitudine: l'isolamento è un prerequisito fondamentale della creatività". "I creativi - prosegue il regista dei Fratelli Grimm - sono degli outsiders, che decidono di essere fuori dal mondo per creare". E' Wenders però a sottolineare una delle insidie maggiori del videofonino: "Le sue immagini crude e immediate danno l'idea di essere più vicine a realtà rispetto alla filmografia classica, ma la bassa qualità non coincide con la fedeltà alla realtà". Sono stati dei registi italiani, Giuseppe Piccioni, Roberta Torre e Vincenzo Marra, a presentare tre cortometraggi girati con un Nokia N90 multimedia: rispettivamente 6 su 12, video-diario di aspiranti studenti della Scuola nazionale di cinema di Roma; Riscatto, simil snuff-movie con effetti sonori penetranti; La piazza, ritratto della vita quotidiana di Campo de' Fiori. "Ma - dice Wenders - questi short-movie non veicolano un nuovo linguaggio visivo". E prosegue: "L'immagine in passato era sacra, ma già con il 16 mm e il digitale questa aura sacrale era diventata sempre più labile: il videofonino rappresenta un passo ulteriore". Ma questo mutamento non è di per sè negativo: "Il cellulare cambia il rapporto tra il creatore immagini e il fruitore: questo è l'aspetto più interessante, conta l'oggetto, non le modalità di rappresentazione". E gli fa eco Gilliam: "Non avremo più bisogno di scuole di cinema. Con uno strumento di ripresa sempre più piccolo e meno invadente sarà più facile catturare realtà senza interferirvi". Sempre nell'ambito di Play the Lab creativi e registi pubblicitari italiani hanno realizzato 60 cortometraggi, che saranno giudicati da Valeria Golino, Ricky Tognazzi, Caroline Goodall, Roberta Torre e Nick Vivarelli. Secondo Tognazzi "per suscitare un'emozione non bastano immediatezza e velocità del mezzo, serve l'uomo, la profondità del messaggio", mentre per la Golino "nonostante la democratizzazione dell'audiovisivo talento e intelligenza rimarranno i criteri ultimi  per elevare le riprese effettuate con il videofonino a forma d'arte".