“Il male è protagonista in questo genere, tutti i personaggi hanno un lato oscuro”. Così Michele Placido presenta Il cecchino (Le Guetteur), già fuori concorso al festival di Roma e dal 1° maggio nelle nostre sale in 200 copie targate 01 Distribution. Produzione franco-italiana, che segna l'esordio alla regia Oltralpe di Placido, è un polar interpretato da Mathieu Kassovitz, Daniel Auteuil, Olivier Gourmet e gli italiani Luca Argentero e Violante Placido: il capitano Mattei (Daniel Auteuil) sta per beccare una gang, quando un cecchino (Mathieu Kassovitz) spara dai tetti parigini: poliziotti sull'asfalto, rapinatori in fuga. Ma uno (Luca Argentero) è ferito: cambio di piano, e ricorso a un medico criminale (Olivier Gourmet)...
Dalla Francia all'Italia, e Placido affonda: “Il nostro cinema non rispecchia la realtà del nostro paese, che è tragedia e farsa continua: noi però facciamo solo commedie. Bisogna rinnovare tutta la nostra cultura, e devono farlo i giovani perché noi siamo vecchi e incrostati in una certa tipologia filmica”. E a ministro della Cultura Placido lancia Nanni Moretti, “anche se con Amato premier sarebbe impossibile”, e auspica che a livello istituzionale a guidare il settore ci sia “una persona che sa di cinema, che lavori per il cinema”.
Da parte sua, a metà giugno girerà Prima di andar via con i ragazzi del teatro Argot: “Una metafora dell'Italia oggi che si disgrega. E' un'autoproduzione, io metto la mia esperienza per questi ragazzi, ma insieme ne sfrutto le energie: bisogna ricostruire dalle macerie della nostra cultura, sulla scia del neorealismo”. Accantonato per ora il progetto su Marcello Dell'Utri e la trattativa Stato-mafia: “Non si può fare, e col nuovo governo sarà ancora più difficile, sebbene la storia sia su tutti i giornali e manco serva la sceneggiatura”.
E Placido ne ha anche per il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi: “Pensavo fosse una donna: io ho fatto una gaffe, ma lui non s'è mai visto”. E il bis-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Io non l'avrei votato, ma dobbiamo essergli grati”. Tornerà in Francia tra ottobre e gennaio per girare Le choix (La scelta), tratto da L'innesto di Pirandello, perché Oltralpe – dice il regista – “ci sono più soldi, più possibilità: hanno sempre una grande ammirazione per il nostro cinema, ma negli ultimi anni ci hanno superato”.
Tornando a Il cecchino, Argentero parla di “una banda etica di rapinatori” e “zone d'ombra: non c'è un bianco & nero morale”, mentre la Placido sottolinea come “il cinema francese è più variegato e stimolante del nostro, per questo siamo noi italiani ad andare lì, e non viceversa”. Sulla stessa lunghezza d'onda Argentero: “Il primato francese sta in un misto di responsabilità politico-sociali e affezione del pubblico al cinema: il sistema è tutelato dallo stesso pubblico, che riempie le sale anche ad agosto. E' l'incontro tra domanda e offerta che qui in Italia non c'è: manca chiarezza su tutto, figuriamoci sul cinema…”.