"La gelosia? Se ci fosse una cura, vivremmo tutti meglio. Ma non credo si possa vivere accanto a un uomo che non ti chiede mai nulla, che non ti vede ambigua: io non ce la farei". Così si confessa Laura Chiatti, protagonista de Il caso dell'infedele Klara, tratto dal romanzo di Michal Viewegh e diretto da Roberto Faenza, che uscirà venerdì 27 marzo in 300 copie distribuito da Medusa. 
Nel film, Luca (Claudio Santamaria), un musicista italiano che vive a Praga, è tormentato dal dubbio: la sua fidanzata Klara (Laura Chiatti), laureanda in storia dell'arte, ha una relazione con il tutor? Deciso a scoprire la verità, Luca si rivolge all'investigatore privato Denis (Iain Glen) per far pedinare la ragazza. "Tutti siamo gelosi: già da bambini, dei genitori e degli amici. Forse - dice Santamaria - la gelosia nasce dalla volontà di essere unici: se ne può uscire solo con l'ironia, mantenendo sempre la fiducia nel partner".
"Non ritengo la gelosia, nemmeno quella ossessiva, un sentimento negativo - aggiunge Roberto Faenza, che rileva come "i maschi non ne escano bene, ma credo oggi siano la parte più fragile della società. Ci lavoro da tempo: Prendimi l'anima è un ritratto fedele di Jung, che era un uomo debolissimo e senza l'analisi sarebbe finito in un ospedale psichiatrico". 
Dalla gelosia - ma il regista tiene a precisare: "Non è solo un film sulla gelosia, ma sulle ancelle dell'amore: la gelosia, la passione e il tradimento" - alle scene di nudo de Il caso dell'infedele Klara, che per la Chiatti, al terzo déshabillé dopo quelli de L'amico di famiglia e A casa nostra, "sono sempre imbarazzanti, soprattutto per una donna di fronte a una troupe quasi esclusivamente maschile. Ma, come in questo caso, se si tratta di scene fondamentali e la regia è ricercata non c'è nulla di male: metti in gioco te stessa, con il terrore dell'inadeguatezza. Certo, quando ho visto il trailer con i miei genitori è stato piuttosto imbarazzante: per fortuna, mio padre è miope...". "Il nudo è vergognoso, ma dipende da quanto ti senti protetto, come in questo caso", ribatte Santamaria, attualmente impegnato nella fiction RaiUno Le cose che restano di Gianluca Maria Tavarelli, sceneggiata da Rulli e Petraglia "sull'Italia che non si vede, quella dell'immigrazione, l'omosessualità, le famiglie che si sfasciano".
Viceversa, dal 18 aprile la Chiatti sarà sul set di Io, loro e Lara di Carlo Verdone, con Angela Finocchiaro, Marco Giallini e Anna Bonaiuto, "film comico con risvolti amari, in cui interpreto una donna molto vicina a Carlo: ma non sono né sua figlia né la fidanzata".
Ritornando al Caso dell'infedele Klara, la Chiatti si dice "perplessa per l'epilogo: tradire per cancellare un'ossessione mi sembra paradossale", mentre Santamaria parla di "finale divertente, in cui si impara a convivere con il mostro dagli occhi verdi". Magari anche grazie a FaceBook, dove Il caso dell'infedele Klara ha già circa 2mila amici: "Oggi il film non può essere solo un film, che vive in sala per due o tre settimane: ci vuole qualcosa che ne alimenti la vita nel tempo, come è stato ed ancora il sito dei Viceré, con oltre 130mila contatti unici", conclude Faenza.