Alla fine il pollaio ha il suo Gallo (Vincent, miglior attore per Essential Killing), c'è il ruggito del coniglio (Sofia Coppola, vittoriosa con Somewhere) e la iena (Tarantino, presidente di giuria) che ammazza i Leoni (il palmares tutto sballato): la 67esima Mostra di Venezia ha un battito animale.
Ululati in Sala Grande, pesci-sega in conferenza stampa (sempre Tarantino, che invita i contestatori a entrare nella sua sfera sessuale), mostre della Laguna sul red carpet e barriti tra i giornalisti: si chiude il recinto, ma i buoi son già scappati, da Venus Noire a Meek's Cutoff, passando per 13 Assassins, Post Mortem e The Ditch. Rimangono i buu, a salutare il caravanserraglio che se ne va, Takashi Miike con la faccia lunga di Zebraman e La pecora nera che non ha brucato il Lido. Per loro non c'è spazio al circo, dove Alex De La Iglesia la fa da padrone: due pagliacci e due premi, la sua Balada sarà pure triste, di certo mastodontica.
Se prima che il Gallo canti (Vincent, muto per Skolimowski) annegherà tre volte, un cigno nero emerge (Mila Kunis, Premio Mastroianni per Black Swan) a Palazzo, e Lo Gatto indaga. Ci sono altri film, ma abbiamo finito gli animali: ce ne andiamo a letto. Con la Febbre da Cavallo, e un Leone per incubo.