2 novembre 1975: l’assassinio di Pier Paolo Pasolini. Salò o le 120 giornate di Sodoma è l’ultimo lascito di PPP, opera postuma, controversa, urticante, destinata ad ammantarsi di un’aura del tutto particolare che le ha conferito la morte drammatica di Pasolini. Nel giorno del 40° anniversario della morte di Pasolini, lunedì 2 novembre, la Cineteca di Bologna distribuirà nelle sale italiane e in DVD il nuovo restauro di Salò o le 120 giornate di Sodoma.

Un film osteggiato per quarant’anni e ora finalmente tornato a vivere grazie al restauro, realizzato dalla Cineteca di Bologna e da CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Alberto Grimaldi, e al coraggioso Leone per il miglior film restaurato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, primo riconoscimento mai ricevuto dal film. Titolo tra i più attesi del progetto della Cineteca di Bologna Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione nelle sale dei classici restaurati, Salò si arricchirà della preziosissima intervista a Pasolini – conservata e messa a disposizione da Cinemazero di Pordenone – che il giornalista e amico Gideon Bachmann gli fece durante le riprese di questa cruciale ultima opera, di cui dà una fondamentale chiave di lettura. Tutte le proiezioni in sala di Salò saranno precedute da un breve montaggio dell’intervista a Pasolini sul set, che potremo invece trovare in versione estesa tra i contenuti extra dell’edizione in DVD.

Parallelamente, le conversazioni tra Pier Paolo Pasolini e Gideon Bachmann sono state pubblicate da Chiarelettere, raccolte sotto il titolo Polemica politica potere, a cura di Riccardo Costantini, in libreria in questi stessi giorni. Gideon Bachmann sarà inoltre protagonista di due giornate speciali, nelle due città legate alla vita di Pier Paolo Pasolini, Roma e Bologna.

Domenica 1° novembre, alle ore 17, Bachmann sarà a Roma al Cinema Alcazar (via Cardinale Merry del Val, 14) per introdurre l’anteprima del restauro di Salò. Lunedì 2 novembre, alle ore 18, Bachmann incontrerà il pubblico della Cineteca di Bologna (Piazzetta Pasolini, 2/b), prima di introdurre la proiezione delle ore 20, assieme ad altri testimoni dal set di Salò, dalla segretaria di edizione Beatrice Banfi all’assistente alla regia Fiorella Infascelli, allo scrittore e addetto stampa del film Nico Naldini.

Il ritorno nelle sale italiane e la pubblicazione in DVD di Salò rappresenta una delle principali iniziative realizzate dalla Cineteca di Bologna nell’ambito del progetto Più moderno di ogni moderno, promosso dal Comune di Bologna per ricordare la figura di Pasolini nel quarantennale della scomparsa, e si inserisce nel ventaglio di manifestazioni coordinate per l’occasione dal Ministero dei beni e delle attività culturali.

Pasolini traspone Salò o le 120 giornate di Sodoma, ispirato al libro di De Sade, nell’Italia settentrionale a cavallo tra il 1944 e il 1945, durante la Repubblica Sociale Italiana. Nel prologo, Antinferno, quattro autorità repubblichine – il Duca, il Vescovo, il Presidente di Corte d’Appello e il Presidente della Banca Centrale –, riunite a Salò incaricano le SS e la milizia di rapire un gruppo di ragazzi e ragazze. Dopo avere selezionato i più avvenenti, si chiudono con loro in una villa nei pressi di Marzabotto, presidiata da un manipolo di soldati. Impongono per 120 giornate le leggi crudeli di un regolamento che sottomette i ragazzi a ogni genere di violenza sessuale e psicologica. Tre ex prostitute e una pianista accompagneranno gli ‘intrattenimenti’ raccontando le proprie esperienze sessuali nella Sala delle Orge. Di orrore in orrore, di efferatezza in efferatezza, si susseguono così tre gironi infernali di stupri, umiliazioni e sevizie: il Girone delle Manie, il Girone della Merda e il Girone del Sangue, dove vengono designate le vittime dello sterminio finale. Pasolini sceglie come di consueto attori presi dalla strada, soprattutto per le parti secondarie, e al loro fianco pone un articolato cast di attori professionisti: Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Uberto P. Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Elsa De Giorgi, Anna Recchimuzzi. Salò appare ancora – come nella definizione dell’autore – “un mistero medievale”, un film che anche oggi può risultare incomprensibile.

Da qui la scelta condivisa di Cinemazero, Cineteca di Bologna e CSC – Cineteca Nazionale di aprire il restauro con le parole dell’intervista fatta a PPP da Bachmann nel maggio 1975, a riprese praticamente concluse: con le parole di Pasolini a introdurlo, il film risulta fruibile e ancor più tremendamente attuale: “Il film è preso da Le 120 giornate di Sodoma di De Sade, ma è ambientato durante la Repubblica di Salò, cioè tra il ’44 e il ’45. Quindi c’è molto sesso. Ma il sesso che c’è nel film è il tipico sesso di De Sade, la cui caratteristica è esclusivamente sadomasochistica, in tutta l’atrocità dei suoi dettagli e delle sue situazioni. A me questo sesso interessa come interessa a De Sade, per quello che è, ma nel mio film tutto questo sesso assume un significato particolare ed è la metafora di ciò che il potere fa del corpo umano. La mercificazione del corpo umano, la riduzione del corpo umano, è tipica del potere, di qualsiasi potere. Quindi il mio film è un film contro qualsiasi forma di potere e precisamente contro quella che io chiamo l’anarchia del potere, ed è questa la ragione per cui ho scelto Salò e la Repubblica fascista di quel periodo, perché mai come in quel momento il potere è stato anarchico, arbitrario e gratuito, potendo fare qualsiasi cosa”.