Matteo Garrone presenta i suoi primi quattro film: Terra di mezzo, Ospiti, Oreste Pipolo - Fotografo di matrimoni, Estate Romana, realizzati tra il 1997 e il 2000, che sono disponibili in cofanetto insieme a L'altro teatro, documentario firmato da Nico Garrone, il padre di Matteo, recentemente scomparso.
Sono film di formazione, piccoli, girati quando Garrone faceva l'assistente operatore, insieme a un gruppo di amici: “Non c'era neanche una struttura drammaturgica dietro, c'erano personaggi, atmosfere, luoghi, luci”.
Film d'atmosfera (“Venivo dalla pittura”) in cui si raccontano personaggi, si lavora sul territorio e si cerca di reinterpretare la realtà partendo da un approccio documentaristico, il filo conduttore è il desiderio di raccontare delle storie. Estate Romana, il suo film preferito della raccolta e la sua prima grande esperienza, è realizzato anche grazie al lavoro del padre, Nico Garrone giornalista e critico teatrale, che gli ha dato modo di conoscere alcuni protagonisti del teatro d'avanguardia anni '80: "Praticamente, non c'era la sceneggiatura, pensavo che poi qualcosa sarebbe venuto fuori, c'era un'idea vaga, un viaggio, eravamo alla ricerca di una storia… I primi film partivano dalle immagini per  poi cercare delle storie: l'atmosfera surreale della campagna romana mi aveva colpito visivamente”.
Film inediti, mai usciti nelle sale, che solo pochi hanno avuto modo di vedere a qualche festival (Venezia, Amsterdam), girati in 16 millimetri e con pochi mezzi: “Non ho mai sentito la mancanza del dolly o del carrello: evidentemente i miei interessi erano altrove”.
Poi, l'anno scorso è arrivato Gomorra, ma l'interesse per il linguaggio del regista non è mai venuto meno: “Ho subito un grande equivoco, sembrava che facessi un film politico, d'impegno, mentre per me è più importante il linguaggio, l'espressività, non la mera cronaca, e con Gomorra questo equivoco si è amplificato. Ripeto, per me il politico è legato al linguaggio”.
Del suo prossimo film, Garrone preferisce non parlare: "Il progetto su Fabrizio Corona è stato accantonato, mi preme la dimensione tra essere e apparire, virtuale e reale, ma è un personaggio che è già rappresentazione".
Smentendo anche di voler fare un remake di Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli (“Non avrebbe senso”), Garrone dice di prediligere "i registi che lavorano sulle immagini e sul linguaggio come Tarantino, Anderson, Tim Burton, Kaurismaki e i Coen", ma sui colleghi italiani non si esprime perché "li conosco personalmente".