I nostri di Marco Santarelli è il terzo film in concorso presentato alla XXIII edizione di Tertio Millennio Film Fest.

Il regista è intervenuto in sala con i ragazzi protagonisti del documentario. A condurre l'incontro con il pubblico, don Giuliano Savina, direttore dell’UNEDI e responsabile del Tavolo Interreligioso.

“Nel 2000”, ha ricordato don Savina, “la CEI ha lanciato un nuovo programma pastorale per annunciare il Vangelo in un mondo che cambia. Vent'anni dopo il mondo è cambiato. E il film parla di questo cambiamento”.

“Come si fa a stare in questa Italia?”, si chiede, trovando la risposta nel senso di appartenenza a uno spirito contenuto nel titolo stesso.

“L’esperienza di questo film ci permette di capire che il tutto è in quel frammento che contiene l'universalità. Gli ambienti che noi viviamo costituiscono in Italia una dimensione universale straordinaria”.

Per Santarelli l'idea del film nasce dalla possibilità di “leggere la città di Bologna – dove avevo già girato Dustur nel carcere della Dozza – attraverso la conoscenza di questo gruppo di ragazzi con i quali ci siamo infilati un po’ ovunque, nei luoghi di culto più impensabili”.

“Ho scelto i giovani”, continua, “perché ho visto in loro il desiderio di conoscere la città da un'altra angolazione. E ho colto l'occasione per scoprire cosa significhi per loro credere e dialogare”.

Il film sarà distribuito da Istituto Luce a partire da gennaio 2020.