"Sto bene a Londra: mia moglie mi dà lezioni di inglese, mi ha insegnato a cucinare il fish  'n' chips e, poi, amo molto la pioggia". Tim Burton scherza quando parla della sua nuova vita nella capitale britannica, eppure un fondo di verità c'è. Qualcosa è cambiato. "In America mi sono sempre sentito uno straniero. Mi sento molto più a casa mia in Gran Bretagna che in California: oggi mi piace molto vivere lontano da Los Angeles dove tutto è un business. Quando sono lì mi sento come un vampiro che s'aggira in una città strana e luminosa e slavata". Dopo il capolavoro Big Fish che - non a caso - raccontava la storia di un figlio trasferitosi in Europa e costretto a tornare in America per salutare il padre moribondo, Tim Burton ha realizzato altri due film straordinari tra Londra e Manchester. Il primo è La fabbrica di cioccolato, il secondo esce oggi nei cinema italiani, La sposa cadavere, film in stop motion co-diretto insieme a Mike Johnson  e presentato in anteprima mondiale a Venezia. 

Perché è così legato alla stop motion, al punto da usarla per un secondo film dopo Nightmare Before Christmas?
La stop motion è qualcosa "vecchio stile". Era perfetta per questa storia e il suo tono gotico. Le persone che riescono a muovere questi pupazzi inquadratura dopo inquadratura sono degli artisti incredibili. E' un processo che non è mai cambiato. In più il film costa due terzi in meno della maggior parte dei film d'animazione tridimensionali. 

La sposa cadavere
è un'altra favola della sua carriera di regista…  
Adoro le fiabe perché contengono in una qualche dose un solido elemento di verità. E amo i film dotati di  tutto quello che io considero profondamente connaturato all'esistenza come l'umorismo e la mescolanza di elementi diversi se non addirittura contrastanti. Quando le cose più drammatiche possono sorprendentemente diventare anche divertenti.

Perché l'aldilà che lei racconta è così colorato rispetto ad un mondo dei vivi così grigio?  
Perché è un'esperienza che tutti dobbiamo fare. Nella zona dove sono cresciuto si tratta ancora di un tabù, mentre in altre culture viene considerato un evento festoso. Perché non prendere la morte in maniera positiva, anziché considerarla semplicemente come un qualcosa da sotterrare? La terra dei morti è più affascinante di quella dei vivi. La mia ispirazione per questo film, in particolare per alcuni colori dell'aldilà, è derivata da Mario Bava e da Ray Harryhausen che è venuto pure a visitare il nostro set.

I suoi ultimi film hanno momenti di grande spiritualità…  
Mi piace credere nelle cose che non capisco del tutto. Ci sono molte religioni diverse, usate sempre in maniera molto differente tra loro. Io non sono legato a nessuna nello specifico. Provo ad essere spirituale e a comportarmi bene. Per me è una questione del tutto personale…

Cosa pensa del fatto che , considerando gli alti incassi dei suoi ultimi film, il pubblico sembra avere riscoperto il talento di Tim Burton?
Il nostro lavoro segue delle ondate con degli alti e dei bassi. Sono stato fortunato di recente. In particolare La sposa cadavere è qualcosa che mi ha molto appassionato in virtù del suo processo creativo. Il cinema è un business, ma questo film mi ha fatto sentire come se stessi lavorando a qualcosa di artistico.