Applausi in proiezione stampa per Fish Tank della regista inglese Andrea Arnold, secondo titolo a passare in concorso dopo il deludente Spring Fever del cinese Lou Ye. Già premio Oscar nel 2003 per il corto Wasp e premio della Giuria a Cannes nel 2006 con l'opera prima Red Road, la Arnold torna sulla Croisette con un forte ritratto adolescenziale, che echeggia Ken Loach, Gus Van Sant e I 400 colpi di Truffaut, di cui proprio quest'anno ricorre il 50ennale dalla proiezione sulla Croisette.
Protagonista nell'Essex inglese, è la 15enne Mia (la straordinaria Katie Jarvis, al debutto sullo schermo), minuta e volitiva, che vive con una madre bislacca (Kierston Wareing, It's a free world di Ken Loach), una sorellina sboccata e una grande passione per la danza hip-hop: ogni giorno e' uguale all'altro, fin quando in casa non compare un amichetto della madre, Connor (Michael Fassbinder, già protagonista di Hunger e sulla Croisette anche con Inglourious Basterds di Tarantino), che porterà l'amore, e non solo.
"Tutti i miei film partono da una immagine che non so da dove mi venga e proprio per capirlo sviluppo una storia, libera e senza vincoli di sceneggiatura", dice la Arnold, chiarendo subito perché la protagonista Katie Jarvis non abbia accompagnato Fish Tank sulla Croisette: "Da poco è diventata madre, per questo non è qui. Comunque credo non si renda bene conto di quanto significhi tutto questo, non so quanto gliene importi e tantomeno se continuerà a fare cinema". Scelta per strada mentre litigava col ragazzo, la Jarvis non aveva mai ballato prima di girare, ma "ha saputo cavarsela anche in quelle scene. Il ballo - prosegue la Arnold - è fondamentale per Mia, rappresenta l'unica situazione in cui puo' essere autenticamente se stessa".
Con Jane Campion seconda regista donna nel concorso 2009, la Arnold svela anche il significato del titolo Fish Tank ("Acquario"): "Mi sembra una metafora calzante per la vita, luogo angusto in cui tutti ci ritroviamo a nuotare".