Buona la seconda? Non chiedetelo, c'è imbarazzo in casa Marvel. Le promesse de L'incredibile Hulk vacillano. Solo pochi mesi fa David Maisel, presidente degli Studios, annunciava: "Il film del 2003 era un test. Abbiamo imparato la lezione". Forse. In America 54,5 milioni di dollari al debutto sono meglio di una buona partenza. Ora il worldwide, con la prima in Italia programmata per oggi. D'obbligo però rimane la prudenza: "La mia previsione - dichiara Stan Lee, creatore del personaggio - è che sarà più popolare del precedente". Facile. Non bisogna dimenticare la lunga scia di scontenti generata dal film di Ang Lee: la critica ha apprezzato, il pubblico molto meno. La notizia di un cross-over da Iron Man - questo sì, un successo - infiamma i fan, ma non tranquillizza i capoccia. Comprensibile. In gioco ci sono 150 milioni di dollari. Tanti quanti erano a disposizione del primo Hulk, che avrebbe dovuto eguagliare l'exploit del cugino Spider-Man. Ma solo negli States Raimi incassava più di 400 milioni, il taiwanese 132. Una batosta, con la Marvel che accantonava ogni ipotesi di successione per il gigante verde. Ora ci riprova. Azzerando tutto. Dal titolo: L'incredibile prima di Hulk, per ribadire che non di sequel si tratta, ma di reboot. E nessuna impronta autoriale. Fuori luogo, meglio l'action. Se Ang impiegava 60 minuti prima di mettere il mostro in azione, l'adrenalinico Leterrier, già autore di Danny The Dog e aficionado del fumetto, professa un'altra filosofia: "Quel film era troppo serioso e un po' deboluccio per aprire una saga. Inoltre Hulk era senza validi nemici". I pericoli ora si chiamano Abominio (Tim Roth), metamorfosi di Emil Blonsky, terrificante come il protagonista ma più cattivo, Samuel Sterns (Tim Nelson), aka The Leader, e il generale Ross (William Hurt). Con quest'ultimo torna la figlia Betty (Liv Tyler), angelo custode di Bruce Banner. Hulk parlerà, sarà meno depresso, più catastrofico, alto due metri e settanta quando la versione precedente prevedeva tre differenti misure per livelli di rabbia. Norton prende il posto di Eric Bana. Un boomerang. L'attore interviene sulla sceneggiatura, parla di psicologia, cita Dr. Jekyll e Mr. Hyde. "Problematico", chiosa Mr. Maisel. Ed estromette lui e il regista dal final cut. Norton non commenta. Leterrier è invece un fiume in piena: "E' colpa della Marvel, di Edward, mia. Di tutti e di nessuno. Che importa ormai? L'accordo è saltato". E la saga?