Piacere, amore, e correre veloce... Plaire, aimer et courir vite: Christophe Honoré torna al Festival di Cannes - in concorso - con questo film che contrappone la ricerca del piacere alla consapevolezza dell'arrivo della morte.

Siamo nel 1993. Arthur (Vincent Lacoste) ha ventidue anni ed è uno studente a Rennes. La sua vita cambia quando incontra Jacques Tondelli (Pierre Deladonchamps), uno scrittore che vive a Parigi con il suo giovane figlio. Durante l'estate, Arthur e Jacques si innamoreranno l'uno dell'altro, ma questo amore, Jacques sa che deve durare poco...

"Volevo contrapporre queste due velocità diverse: da una parte un personaggio che in qualche modo entra per la prima volta nella vita, dall'altra, quello dello scrittore, che è costretto dagli eventi a vivere un momento di rallentamento e rinuncia", spiega Christophe Honoré, che non fa mistero di quanto gran parte del racconto sia ispirato ai suoi ricordi di quel periodo.

"Gli anni 90 per la gente come me sono ancora un periodo vivido nella memoria, che abbiamo provato a fuggire il più velocemente possibile e di cui facciamo fatica a scorgere le tracce più intime che invece ci ha lasciato. Con questo film ho provato a dissotterare questa sorta di ricordo fantasma, e credo che uno dei compiti del cinema sia anche questo", dice ancora il regista.

 

Che sull'argomento AIDS - già al centro di 120 BPM di Robin Campillo, l'anno scorso in gara sulla Croisette - intanto rifugge paragoni con quel film e poi dice: "Non è il vero soggetto centrale del film, che invece vedo più come opera dove emerge il lascito di coloro i quali l'hanno abitata. Cosa rimane di quello hanno creato insieme, del loro linguaggio d'amore, del loro immaginario".