Il leitmotiv della 65esima Mostra? Le sculacciate. Si parte con la sigla di Ermanno Olmi, che riprende L'arroseur arrosé dei Lumière per offrire un ralenti di affettuoso spanking, che termina con i caratteri "schizzati" dell'edizione 2008.
Per proseguire, l'inaugurazione del concorso, Jerichow di Christian Petzold, con la povera Nina Hoss che le prende senza troppi fronzoli dal marito (spanking non richiesto) e ripaga con un bel morso l'amante.
E che dire, pur se di sculacciate non si tratta, della "fucking machine" che George Clooney costruisce in cantina nel Burn After Reading dei Coen?
Se non bastasse, spanking a parte, Takeshi "Machisu" Kitano si fa quasi affogare dalla consorte per ritrovare l'ispirazione artistica in Achille e la tartaruga, per poi ripagare l'affezionatissima consorte facendola picchiare da un pugile professionista.
Via libera al sadomasochismo, dunque, che ritorna nelle ferite che Charlize Theron si autoinfligge in The Burning Plain di Arriaga (la sua piccola compagna di ruolo, del resto, regala e si regala un branding).
Ma il piatto forte deve ancora arrivare: la nouvelle cuisine di Barbet Schroeder con il competitivo Inju. Tra alluci succhiati, bondage di alto bordo, spanking vario e scarificazioni eventuali, ce n'è per tutti i gusti.
Sadomaso sdoganato, dunque, ma con un pericolo, questo sì, poco eventuale: non è che a farsi male sarà solo la Mostra?