“Avrei potuto scegliere altri momenti della sua movimentata biografia, ad esempio quello della scelta di fuggire dalla Germania nel 1933, o quello dell'arrivo da emigrante negli Stati Uniti con il marito e la madre nel 1941. Lei non è più giovanissima, ha 35 anni, e nei primi tempi  si dedica a qualche lavoretto nel mondo dell'editoria e, soprattutto, ad imparare la lingua”. Così esordisce Margarethe Von Trotta alla conferenza stampa di presentazione di Hannah Arendt, il suo ultimo film in sala dal 27 gennaio.  La scelta è poi invece caduta sulla messa a fuoco di quattro anni, altrettanto cruciali, dal 1961 al 1964: arrivata la notizia dell'arresto a Buenos Aires del criminale nazista Adolf Eichmann e del suo processo da svolgersi in Israele, Arendt ottiene dal  suo giornale, il New Yorker, di parteciparvi come inviata. E' in aula per tutta la prima fase del dibattimento e, una volta tornata in America, avvia il lavoro sull'ingente materiale raccolto, che si sarebbe tradotto in cinque articoli sul giornale e, poi, nel libro La banalità dl male, uscito nel 1963.
Grandi polemiche accompagnarono l'uscita del libro, al pari di una indubbia vivacità che emerge durante l'incontro. Antisemitismo, revisionismo, storia e cronaca: la regista dice che bisognava mantenere alta l'attenzione sul coraggio espresso dalla Arendt, che ha faticato fin troppo nel far andare di pari passo il suo giornalismo e la presenza della filosofia, i fatti e la capacità di aiutare il lettore ad interpretarli. Von trotta ammette che la lezione è utile “anche per noi di sinistra che dopo il '68 non volevamo criticare il comunismo che era intoccabile e nemmeno ipotizzare un parallelo nazismo/comunismo. Il film serve anche a provocare la nostra capacità di riflessione sul totalitarismo e di essere indipendenti con il pensiero”.
Esprime gratitudine per il Leone d'oro vinto a Venezia nel 1981 con Anni di piombo, che le aprì una lunga carriera, e concorda sull'osservazione che molte delle accuse rivolte ad Hannah, anche pesanti e feroci, sono da attribuire al fatto che era una donna decisa e volitiva. Sollecitato, interviene poi Angelo Draicchi, distributore. "Il film doveva uscire nell'ottobre 2013 ma poi tutto era ingolfato. Si è costruita allora una strategia particolar che ha legato l'uscita alla Giornata della Memoria: 70/100 copie digitali saranno in sala il 27 e il 28  gennaio, in molte capozona. Poi ci sarà spazio per altre collocazioni con associazioni e scuole.  Il mercato italiano è difficile, ma senza lamentarci cerchiamo un nostro percorso".