(Cinematografo.it/Adnkronos) "In fondo forse è proprio così: l'unico amore che dura è l'amore di un pazzo". Così il regista inglese Roger Michell (Notting Hill) presenta nella sezione Mezzanotte del Festival di Venezia il suo thriller Enduring Love (che in Italia uscirà con il titolo L'amore fatale). Tratto dall'omonimo romanzo di Ian McEwan, il film racconta la storia di un folle che si insinua nella vita di una coppia, rischiando di distruggerla per sempre. Il giovane professore Joe (Daniel Craig) e la sua compagna Claire (Samantha Morton) durante un pic-nic in campagna assistono all'atterraggio di una mongolfiera in difficoltà. Joe presta soccorso, insieme ad altri uomini, agli occupanti della mongolfiera. Nell'operazione uno dei soccorritori perde la vita e Joe si sente responsabile. Tra loro c'è anche lo strano Jed (Rhys Ifans) che da quel momento comincia a perseguitare Joe, pedinandolo, dichiarandogli il suo amore e mettendo in pericolo anche la vita di Claire...
"Il romanzo di McEwan era bellissimo - dice il regista -. Farne un film è stata una sfida e ho dato il massimo per rendergli giustizia. Entrambi i personaggi maschili rappresentano in fondo delle sfaccettature dell'amore. Mi interessava indagare più sulla durata che non sulla follia di questo sentimento". Eppure, aggiunge il regista, soddisfatto per gli applausi ricevuti alla proiezione stampa "non è un film sulla follia, ma sull'amore".
Al Lido con Michell, Ian McEwan mette subito le cose in chiaro: "Mai più sceneggiature - annuncia -. Questa volta sono stato molto fortunato, ma il peggiore adattamento di uno dei miei romanzi è proprio la sceneggiatura che io stesso ho tratto da Lettera a Berlino per The Innocent di John Schlesinger". L'autore inglese si dice poi d'accordo con Moravia: "Il miglior modo di trasformare un romanzo in film è tradirlo. E' come una cava, in cui il regista entra e sceglie le pietre che ama di più. Per questo è cosi difficile trarre una da un proprio romanzo". Di Enduring Love, McEwan ha seguito la lavorazione molto da vicino: "Avrei voluto includere tante cose che il regista ha giustamente ha deciso di tenere fuori - racconta -. Di fatto sono stato coinvolto in ogni passaggio della sceneggiatura senza però doverla scrivere: una soluzione ideale".