“Quando abbiamo proposto la realizzazione del film, qualcuno si è spaventato per il tono che avrebbe potuto prendere: il rischio era di esagerare con i chiari ed espliciti riferimenti sessuali, ma alla fine ha prevalso la volontà di realizzare fondamentalmente una commedia romantica. Sull'invenzione del vibratore nell'Inghilterra vittoriana”. Così l'americana Tanya Wexler ha presentato il suo Hysteria, oggi in Concorso a Roma (dove arriva dopo l'anteprima mondiale allo scorso Festival di Toronto e, prossimamente nelle nostre sale distribuito da Bim), commedia basata su un fatto storico (l'invenzione da parte del dott. Granville, qui interpretato da Hugh Dancy, del primo vibratore elettromeccanico nella Londra del 1881) e ambientata in un periodo di profonda transizione, tanto dal punto di vista dei costume quanto da quello tecnologico: “Sapevamo già dall'inizio che sarebbe stato un film divertente , l'immagine di un medico che porta all'orgasmo delle donne con un massaggio è di per sé esilarante - dice lo sceneggiatore Stephen Dyer (autore dello script insieme alla moglie Jonah Lisa) - . Noi però ci siamo concentrati anche sui personaggi di Charlotte Dalrymple (paladina dei diritti delle donne povere, ndr) e St. John Smythe (inventore eccentrico e progressista, ndr) per inquadrare in quali direzioni stesse andando il progresso, dall'invenzione dell'elettricità e di tutti i dispositivi annessi alle prime rivendicazioni dei diritti femminili che da lì a poco avrebbero portato a profonde mutazioni”.
Il “rischio” che una semplice commedia in costume possa trasformarsi in film “politico”, però, non sembra preoccupare la regista: “E' interessante pensare che possa dare certi spunti in tal senso, ma questo non è un film manifesto. È un film divertente, che magari ha proprio lo scopo di non farci prendere le cose troppo sul serio: quando parliamo di presa del potere delle donne lo facciamo pensando anche al divertimento. Spero che il film possa piacere, ma credo che alla fine rimanga una commedia romantica”.
Ridere sì, ma anche provare a cambiare alcuni preconcetti: “Quando ho visto il film a Toronto - dice Maggie Gyllenhaal, che sullo schermo è Charlotte - tutti ridevano ma si avvertiva una sorta di imbarazzo. Si può parlare di orgasmo femminile senza provocare imbarazzo ma si può dire che a fine ottocento alcuni medici procuravano l'orgasmo alle donne facendo dei massaggi vaginali? Forse è questa la novità, magari qui in Italia parlate di più di questi argomenti, a differenza del Canada e dell'America”.
Argomenti che, a detta di Rupert Everett (l'inventore nel film), venivano “affrontati” seppur non in superficie anche dagli stessi regnanti dell'epoca: “Non dovete pensare che la Regina Vittoria (che nella coda finale del film riceve la scatola con la nuova invenzione, ndr) non fosse sveglia. Alla sua morte vennero trovate ricevute di una farmacia scozzese dove acquistava il laudano. In più, a quanto sembra, aveva un rapporto molto intenso con il marito, il principe Alberto, che aveva un pene enorme ed era costretto a tenerlo fermo con un anello quando indossava abiti troppo stretti”.