L'imperatrice colpisce ancora. Questo è la stupenda Gong Li (nonostante l'età, ma non diciamolo alla famosa casa di prodotti di bellezza di cui è testimonial, Isabella Rossellini docet) ne La città proibita, in uscita in Italia il 25 maggio e presentato proprio dalla protagonista. Moglie del capo supremo, femminista ante litteram ma soprattutto inquieta, nell'ultimo film del maestro Zhang Yimou è più bella che mai e, soprattutto, bravissima. L'aria di casa, insomma sembra farle bene. A Cannes come testimonial trova il modo di raccontarsi, fuori e dentro il film. "Recitare ancora per Zhang Yimou per me era un sogno". Non si fa fatica a crederle, ricordandoci bene quando scoppiò a piangere qui al festival annunciando la fine della relazione con il cineasta. "Quale attore non vorrebbe interpretare un suo film? Ora poi è più sicuro e sereno, propenso ancora di più al dialogo con i suoi attori. Ma sul set sembrava sempre un generale. Ha preparato il film prima delle riprese nei minimi dettagli". Sorride gentile, e soprattutto loquace come raramente è accaduto. Non elude neanche le domande più scottanti, magari le addomestica giusto un po'. Così parla della Cina attuale. "Una grande crescita economica non ha visto parallelamente un veloce miglioramento sociale o culturale. Dal punto di vista dell'istruzione ad esempio siamo arretrati. A me dispiace, mi piacerebbe una società più a misura d'uomo". Sorprende che Zhang Yimou, a differenza di giovani cineasti suoi connazionali, si butti su storie antiche anche di millenni, dopo essere stato un lucido testimone del cambiamento di questi anni. "E' un problema di sceneggiature, più che politico. Certo - sorride - questi film passano più facilmente alla censura. Che però non è più stringente come in passato". La sua vita negli Stati Uniti non dev'essere stata facile. "Faticavo a comprendere e 'vivere' il loro modo di agire e pensare, non capivo molto il loro modo diretto di fare. Noi asiatici siamo abituati a dire le cose in maniera più diplomatica e tortuosa. Poi ho capito che così è più semplice rapportarsi alle persone e credo che l'esperienza mi abbia quindi arricchita". Dichiara infine il suo amore per l'Italia e per Michael Mann, che l'ha diretta in Miami Vice. "Lui mi ha portata sul picco più alto e poi mi ha detto: ora tocca a te. Mi ha dato fiducia ma anche una grande responsabilità. Non è facile essere all'altezza del suo genio, qualche volta ero molto arrabbiata con lui per questo. Ma ora mi sento in grado, come attrice, di fare qualsiasi cosa". Cosa, per esempio? "Un grande progetto internazionale". La diva dei due mondi, amata a Oriente e Occidente, aspetta il suo prossimo blockbuster.