"Tutti pensano che la vita di un'attrice sia solo glamour, ma io ho un privato molto normale, un marito e dei figli: è questo che conta realmente". Così Julianne Moore, protagonista di Uomini & Donne, commedia romantica ambientata a Manhattan e diretta dal marito Bart Freundlich, in uscita nelle sale italiane il 27 ottobre (circa 100 copie) distribuita da Moviemax. Al terzo set condiviso con la moglie, Freundlich ha "avuto vita facile, Julianne è un'attrice di enorme talento: è come avere in squadra una campione assoluto". Per Julianne "sin da I segreti del cuore ho trovato in Bart una grande empatia, ha subito capito di che cosa avevo bisogno: oggi sul set capiamo reciprocamente i nostri momenti di difficoltà e ci veniamo incontro". "Inoltre - prosegue l'attrice - è molto importante avere dei ruoli ben scritti, come in questo caso: solo così puoi attirare dei grandi attori". Insieme alla Moore, nel cast di Uomini & Donne (il titolo originale - ben più eloquente - è Trust The Man) David Duchovny, che interpreta Tom, marito di lungo corso di Rebecca / la Moore, l'altra coppia formata da Billy Crudup / Tobey e Maggie Gyllenhall / Elaine, e ancora Ellen Barkin ed Eva Mendes. "Solo grazie a questi attori straordinari - dice il regista - ho potuto mixare Hollywood, con il realismo e l'happy end, e il cinema indipendente, con personaggi tridimensionali". Personaggi in cui la Moore e Freundlich hanno trasferito le proprie esperienze coniugali: "Quello tra Tom e Rebecca - dice la Moore - rispecchia alcuni aspetti del nostro rapporto, una relazione che dura da tanto tempo, è stato molto bello sia per me che per il mio personaggio". "Non sono ricorso allo stretto autobiografismo, più che altro - dice Freundlich - mi sono ispirato al mio vissuto per trasferire su pellicola sensazioni e atmosfere, comunque la scena tra Tom e il figlio in bagno e Julianne che soffoca mangiando la torta, ebbene, queste ci sono accadute realmente". Spontaneo, poi, soffermarsi sulle differenze tra sentire maschile e femminile: "Gli uomini - dice la Moore - utilizzano lo sport quale metafora, soprattutto il calcio. E' un modo di esprimere la loro emotività", mentre per il marito "uomini e donne hanno modi differenti di esprimere la propria emotività: noi cerchiamo, come Tom e Tobey, di fare il meno possibile il più a lungo possibile". Da ultimo, la Moore e Freundlich si soffermano sull'11 settembre 2001, di cui ieri si è commemorato il quinto anniversario: "New York, la città che abitiamo e amiamo, non è cambiata, se non in positivo: le persone sono presenti, si aiutano ancora di più. L'11 settembre è suonato come una sveglia per i newyorkesi". Recentemente apparsa al fianco di Clive Owen in Children of Men, presentato alla Mostra di Venezia, il prossimo impegno della Moore non sarà cinematografico, ma teatrale: calcherà il palcoscenico di Broadway con Vertical Hour.