“È stato un percorso lunghissimo e non semplice. Volevo riportare l’attenzione sugli anni ’70 italiani, quando la felicità sembrava a portata di mano, e su Mario Mieli, che desiderava la libertà di tutti” testimonia Andrea Adriatico, regista del film biografico Gli Anni Amari, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale dalla prossima primavera. “Il film è il mio tentativo di raccontarlo alle generazioni odierne”.

“Mario è una bandiera e un pensatore eccezionale, un punto fermo nella cultura di tutti, non solo degli omosessuali” commenta Nicola Di Benedetto, attore che dà vita al protagonista. “Ci siamo documentati e preparati moltissimo per ritrarlo al meglio”.

Nel cast anche il volto familiare di Antonio Catania (Boris), nei panni di Walter, padre di Mario: “Essendo io di quella generazione, ho vissuto i ’70 dall’altra parte della barricata. Volevamo cambiare il mondo e combattere la famiglia”. E continua: “Ricordo le discussioni che ho avuto con mio padre, per affermare una diversità dalla tradizione borghese. Con Gli Anni Amari mi sono messo nei panni di mio padre, un padre che non può capire ma può volerti bene lo stesso, resistendo a reagire”.

Completa il triangolo familiare più intimo la madre, interpretata da Sandra Ceccarelli: “Recitando come una madre il cui figlio è tragicamente scomparso, sono partita dal lutto e proceduta all’indietro. Ho scoperto così un amore difficile tra i due. Lei è l’unica che capisce Mario in famiglia”.

Nei panni del severo fratello Giulio, Lorenzo Balducci: “Un eufemismo definire Giulio il fratello severo. Il destino ha voluto che di tutto l’universo queer attorno a Mario mi capitasse proprio lui. Ma è stato interessante esplorarlo, mettendo da parte la mia umanità, e non avrei mai detto di no a questo film”. Si dice, poi, “triste che oggi non ci siano altri Mario Mieli, esposti come lo era lui”.

Il film, concluso in fretta per poter essere alla Festa del Cinema di Roma, avrà anche una release internazionale grazie a The Open Reel. “Mi sono innamorata del progetto, del personaggio, della sua genialità, della sua voglia di lottare e dei valori di quel periodo, spesso dimenticati o condannati” dichiara Nicoletta Mantovani di Pavarotti International. Tra i produttori, anche Cinemare e Rai Cinema.

Definito in coro, questo Gli Anni Amari, un film importante. Tanto, da attirare persino attenzioni “aprioristiche e polemiche” come quelle che racconta Stefano Casi, sceneggiatore (con Grazia Verasani): “C’è stato, da parte de La Verità, Il Giornale, Libero e quotidiani simili, un attacco al film e alla figura di Mario Mieli. Ma non avevano alcuna cognizione dei contenuti. Sono arrivate anche interpellanze della Lega e di Fratelli D’Italia. La ministra Lucia Borgonzoni ha promesso di ‘vigilare’ affinché la pellicola non contenesse violenza o altri contenuti non adatti. Abbiamo mostrato la sceneggiatura senza nascondere nulla, ma era una questione fine a se stessa” racconta, per poi concludere: “Vedremo, adesso, se e quanti vedranno il film e cosa ne penseranno”.

Attriti cui si aggiungono quelli della famiglia di Mario Mieli, non proprio entusiasta di diffondere informazioni. Per fortuna, molti amici e conoscenti hanno contribuito, ognuno con la propria testimonianza su quegli anni. “C’è stato un grande processo di ricostruzione” dice ancora il regista, “sostenuto con generosità e salutato con gioia. Tra quelli che abbiamo intervistato, saputo del film, c’è chi ci ha detto ‘era ora’!”.